Verdecammino

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view post Posted: 17/2/2012, 03:09     +1La serie di PK - recensione - Animazione e Fumetti Occidentali


Siate sinceri, se non avete mai letto questo fumetto: vi sareste aspettati dei titoli così... "strani" da parte di una pubblicazione Disney? Perché non c'è scritto da nessuna parte, per esempio, "Paperinik e il Giorno del Sole Freddo"? Oppure "Paperinik e la Seconda Stesura"?
Beh, è una storia un po' lunga, ma per recensire questa testata (queste tre testate) è necessario averne per lo meno un piccolo impianto generale.

Comincio dall'inizio... era il lontano 1995, quando un giovane fumettista di appena 20 anni che già lavorava per Disney Italia trovò una tavola inedita su una fotocopiatrice... ok, così la prendo troppo alla lontana, forse. Ma non scherzo se dico che tutto ha origine e sviluppo a partire dal '95, in pieni anni novanta. Niente di cui stupirsi d'altronde, non siamo troppo indietro con gli anni rispetto alla creazione dello stesso Paperinik come personaggio ufficiale (1969, un pochettino indietro nel tempo!).

Partendo da un principio un po' meno "cavilloso", posso solo dire che tutto nacque semplicemente da un dolce periodo dato da una buona dose di incassi e di esplosione creativa. Si respirava aria diversa, si voleva creare qualcosa di innovativo. E infatti un gruppetto di (quasi tutti) giovanissimi autori Disney si mise in testa di rifondare il personaggio di Paperinik, sviluppato per lo più in modo poco dignitoso a partire dalla metà degli anni '70 in giù, circa... sceneggiatori e disegnatori, appassionati di molte cose differenti, ispirati da comics americani, cinema, fantascienza, e un po' anche manga (o forse più di un po').
Tutti questi elementi furono ficcati a forza in un unico, esplosivo soggetto: Paperinik.
Per ridargli vigore, decisero che la sua testata sarebbe stata costituita da storie sì divertenti, ma anche serie. Si voleva creare un sano miscuglio di ironia, demenzialità, drammaticità e serietà. Una miscela un po' strana, che alle apparenze suona molto male.

Gli inizi del progetto furono estremamente incerti. Si ritiene che le storie di questa nuova testata, Paperinik New Adventures, abbiano attraversato un lungo periodo di incertezza e dubbi. Ed effettivamente sono cose che si vedono tutte: i primi albi sono molto demenziali, pur con spicchi fugaci di serietà; decisamente disneyani, ma estremamente ispirati da molto altro, rispetto al chiuso e dogmatico universo dei fumetti Disney canonici.

Insomma, anche un completo idiota si sarebbe accorto che in quel breve periodo era in corso un mutamento stilistico, che si sarebbe poi rivelato estremamente fondamentale per la nascita di uno stile ormai noto come Euromanga.



PKNA
Quindi, nacque PKNA. Su di esso non c'è dubbio alcuno che fu il fumetto Disney recente più amato dai lettori. Chiunque scriveva alla demenzialissima PK-mail, dalle madri di famiglia agli avvocati, dai ragazzi di 12 anni ai maturandi universitari... ben presto, fra autori e lettori, si instaurò un rapporto del tutto particolare, quasi di amicizia. Anzi, ci furono anche molti che la presero fin troppo sul serio, ma questo discorso si rivedrà più avanti.

Si parte con tre storie, note come la triade dei Numeri 0. Sono numeri molto particolari e oscillanti, visibilmente tesi all'innovazione ma ancora dallo stile incerto e demenziale sopra ogni cosa. E non c'è che dire, fu un successo del tutto inaspettato: tutto esaurito.
Pare che ai lettori del tempo (ma in fin dei conti anche agli attuali) interessassero parecchio le avventure di Paperinik, e vederlo in un formato così grande (pari a quello di un qualunque comics americano) diffuso per ben 60-70 pagine con tanto di grafica accattivante... beh, sì, attirava decisamente il pubblico fumettistico disneyano e, volendo, anche non.
La testata ebbe fan curiosi, fan apprezzanti e non pochi fan sfegatati, sempre a stupore di tutto il Pk-team, gruppo madre della pubblicazione.

I Numeri 0 (0; 0/2; 0/3) furono i numeri apri-pista della serie, che introducevano tutti i personaggi più importanti, accompagnati dalle rispettive trame.
Probabilmente la più amata fu quella degli evroniani, la migliore come bacino di idee la saga temporale, mentre le altre trame minori ricoprirono il loro dignitoso ruolo più fra successi che insuccessi. Non che non ci furono dei grandi fail, ma a parere dei fan, affezionati e non, nella prima serie furono davvero pochi, o comunque davvero poche le storie che il pker (fan di PK) più affezionato lesse una volta sola per poi lasciarle nella teca di cristallo a vita.

Si considera mediamente che il famoso "Giorno del Sole Freddo" (PKNA #3) fu un po' il Big Bang di PK: da questa storia in poi, tutto si svolge stabilmente. Viene impostata l'andatura di tutta la prima serie: Paperinik sarà un personaggio serio, ma anche ironico e quasi spenseriato, divertente, ma mai umiliato. I personaggi intorno a lui saranno infarciti di un loro determinante spessore. Fra i più importanti è necessario citare:

Uno: intelligenza artificiale creata in un momento di solitudine e necessità... diventerà il primo, storico alleato di Paperinik. Creato da Everett Ducklair, nonché rappresentato da un intero grattacielo, è "la più grande e sbalorditiva I.A. mai creata".

Xadhoom: aliena schiva e malinconica dai poteri mortali, il cui unico scopo è sterminare la razza Evroniana. E' in grado di utilizzare come armi contro i nemici qualunque tipo di energia.

Razziatore: pirata cronospaziale, viaggia nel tempo per trovare i più grandi tesori della storia; carismatico anti-eroe sempre dalla battuta pronta.

Lyla Lay: giornalista dolce e disponibile con tutti; ha una lunga lista di segreti... un indizio: la sua personalità è fortemente limitata dalla sua reale natura; i suoi scopi "programmati" vengono prima di ogni altra cosa.

Gorthan: scienziato evroniano dotato di grande intelletto e sensibilità poetica; nutre un segretissimo debole per la cultura e la civiltà umane.

Everett Ducklair: scienziato pazzo creatore di Uno e dell'intero Ducklair Tower. Rifugiato nell'eremo di Dhasam-bul in cerca della "parte migliore di sè", terrà dentro un enorme segreto che esploderà solo in PK2.

Angus Fangus: giornalista frustrato dalla caccia alla verità; scontroso e sempre a caccia di notizie "forti". La sua massima aspirazione: sbattere Pk in galera.


Ci sono molti altri personaggi importanti e medio-importanti, ma i fondamentali credo siano tutti qui.
Ma il Sole Freddo non si limitò a questo, bensì creò una storia che avrebbe retto l'intero SENSO delle successive storie.

Tutti gli albi avevano una caratteristica comune: elaborata copertina, titolo d'impatto, grafica accattivante, storia dal layout americano, colori freddi e "alieni", trama per lo più lunga e complessa, storie brevi, rubriche a volte interessanti a volte meno e non poca demenzialità a go-go.

Le storie invece una certa gamma di situazioni serie, energia, una spruzzata qua e là di sarcasmo tagliente/ironia spicciola, trame talmente contorte da essere paradossali persino per gli autori (nota bene l'epica "Carpe Diem"!), trattazione di temi soprattutto adulti e prevalentemente fantascientifici.

Difficile trovare altrove un'altra testata fumettistica targata Disney che parli con tanta serenità di temi come la morte (sempre e comunque mai esplicita o sbattuta in faccia al lettore) e la bioetica.



PK2
Fin qui tutto andò liscio e la testata ebbe grande successo, poco altalenante, fino alla fine.
Chiuse al numero 49/50, con un'enigmatica "fuga infuocata" di Everett dall'eremo di Dhasam-bul.

A tutto ciò successe il famoso seguito PK2 (che poi, a dirla tutta, sarebbe "alla seconda").
Ma le cose cambiarono notevolmente con questa nuova testata.
In qualche modo, furono eliminati buona parte dei personaggi di PKNA.
Scampaiono i colori freddi e alieni e si fa spazio ad una colorazione bluastra e grigiastra, le trame si appiattiscono e si fanno più urbane: PK smette (più o meno) di andare nello spazio e viaggiare nel tempo. Il motivo è semplice: non può più farlo. Vedi anche: non ne ha motivo.

Il protagonista in questa saga non ha più appoggi, è spaesato, un po' paranoico. Deve cavarsela quasi completamente da solo, senza poter più fare affidamento quasi su nessuno.

Le storie si concentrano ormai non solo sulla città e sulle realtà "brusche" della metropoli variegata e multiforme, ma anche su un personaggio fino a quel momento rimasto quasi nell'ombra: Everett Ducklair e la sua misteriosa storia. Essa sarà il perno di buona parte della saga, senza contare poche autoconclusive.
Di queste storie incentrate sulla storia di Everett, probabilmente tutti i pkers ricordano la famosa "Il Peso dei Ricordi", ritenuto da molti uno dei capolavori della testata.

Atmosfere cupe, scarsa ironia e soggetti "adulti" furono la caratteristica principale di tutte le storie. Addio alla varietà di situazioni, addio in buona parte alla spensieratezza che caratterizzava il progetto e soprattutto... addio sogni di gloria.
Se è vero che molti ritennero PK2 un'ottima continuazione, purtroppo molti rimasero così inorriditi da certi fatti avvenuti al suo interno, che decisero addirittura di """scioperare""" la compera dell'albo. Chi affermò di aver "buttato nel cesso" il primo numero della serie, chi di essere stato profondamente deluso e chi piangiucchiò pesantemente certe scelte di trama di cui chi è pker ricorderà sicuramente qualcosa...
A ciò si unì forse il minor entusiasmo del PK-team, lo spaesamento generale e lo scarseggiare delle vendite e quindi degli incassi.

Fatto sta che il progetto PK2 fallì. Fu chiuso nel cassetto per sempre, a chiave, in fretta e furia, con il #18. Anche chi seguì la testata non avrebbe mai più saputo cosa ne sarebbe stato di Everett e di tutti quei segreti che furono rivelati. Semplicemente, l'universo di PK sparì dalla circolazione, con la sparizione dello stesso Everett.



PK - Pikappa
E ad esso, si cercò di fare una sostituizione.
Si creò una nuova, fresca testata, di nome PK - Pikappa. Sì, insomma, siamo giunti alla serie più... svisceratamente odiata dai vecchi lettori.
Molti l'apprezzarono, ma se successe fu perché non vennero subito a conoscenza di PKNA (testato su me stessa, e su molti altri lettori che dalla terza serie si sono avvicinati alla prima). Non per questo tutti quanti i vecchi lettori la disprezzarono, ma in questi caso gli apprezzatori furono in rapporto 1:10.000 odiatori.

Ma perché?
Il motivo è semplice: la storia ufficiale del Paperinik di Penna (ideatrice) - Martina (sceneggiatore) - Carpi (disegnatore) nella sua primissima apparizione "Paperinik, il diabolico vendicatore"... fu completamente resettata.
Paperino non entrò mai in Villa Rosa, trovando così il costume di Fantomius, né iniziò la sua carriera vendicandosi con Zio Paperone e creditori assortiti.

La nuova versione di Paperinik è che... Uno, un'intelligenza artificiale creata appositamente per scegliere un umano sulla Terra che possa difenderla dagli attacchi evroniani, sceglie dopo una breve selezione il suddetto Paperino.
Non fu l'unica rivoluzione. Rivedremo i personaggi di Lyla, Angus, Lyonard, occasionalmente Everett e qualcun'altro, ma principalmente rifatti da zero. Ovvero, si presentano tutti con una storia ben differente dall'originale.

Sarebbe quasi nulla rivoluzionare un intero universo, à là Marvel, a favore di uno nuovo che possa generare negli autori nuove fresche idee. Ma non andò così bene.
Le storie sono più brevi, anche se hanno disegni "più belli". Meno divertite, con trame meno complesse e per lo più banali.
Qualcuno coniò appositamente un termine che tutti i pkers usano quando si rivolgono alla testata: PK - "Frittole".
Frittole sta ad indicare l'essenza della testata, ritenuta dalla stragrande maggioranza una "brutta copia" di storie conosciute sia di PKNA, che di PK2 che di qualunque altro prodotto (la stessa ricostruzione delle origini di PK sono considerate una "brutta copia" della storia di Lanterna Verde). Un'epicume sviscerato e poco credibile giudicato senza scrupoli dai vecchi lettori, "aria fritta".

Ci furono all'interno della saga stessa delle storie ritenute "buone", ma furono casi talmente rari che quasi passarono inosservati. Persino le rubriche si fanno sempre meno interessanti.
Nonostante tutto questo, la saga andò avanti per ben 32 numeri. Finché non arrivò il 32°, dal titolo eloquente: "The End".
L'abbandono di molti lettori, la delusione di molti fan, il battere la fiacca ormai da molto, il fallimento generale anche a livello di guadagno: tutti fattori che contribuirono al reset. L'intero universo creato all'interno di Pk - Pikappa implose su se stesso in un'ultima, confusionaria storia, che chiuse il numero eliminando lo stesso scenario di PK di torno. Paperino, in quell'universo, non avrebbe più avuto un'identità segreta. E' la fine.



Una storia abbastanza triste da ricordare attualmente per molti ex-pkers, per molti che ora e prima di questa ristampa, si sono ricordati del "vecchio mantello tarlato", e di tutti i siti e le fan art create in suo onore. Fu uno strano declino lento e un po' esasperante. Finché l'esistenza stessa di PK non stimolò la nascita delle W.i.t.c.h., e già da allora nessuno PK sapeva più cosa fosse.

In ogni caso, per chi la visse fu una bella esperienza; molti lo ribadiscono tutt'ora senza rimpianti. C'è persino chi ancora spera un ritorno di una nuova serie, un PK4.
Ma ormai non c'è dubbio che il progetto PK sia morto, e se mai tornasse in auge, sarebbe solo un miracolo!

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In ultimo:
Possiamo ricordare, fra i più epici sceneggiatori, Tito Faraci, Alessandro Sisti, Francesco Artibani e Bruno Enna (i miei preferiti, lo ammetto. Ma non solo miei!), ma anche molti altri che hanno lavorato comunque molto bene.
Fra i migliori disegnatori esordienti e non, Claudio Sciarrone, Lorenzo Pastrovicchio, Fabio Celoni, Stefano Turconi, Alessandro Barbucci (i miei preferiti, lo ammetto di nuovo. Ma non solo miei, di nuovo!), Stefano Intini, Corrado Mastantuono, Andrea Freccero e molti altri.
Famosi coloristi, decisamente da citare, Max Monteduro e Andrea Cagol.

Edited by Galadriel. - 17/2/2012, 04:19
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