Le raccolte di racconti mi sono sempre piaciute. Trovo che talvolta sia piacevole lasciare un attimo da parte i romanzi lunghi e leggere delle storie, magari anche molto diverse l'una dall'altra, che si sviluppano nell'arco di poche pagine. Il mio professore di "Comunicazione digitale e multimediale" sostiene che spesso la presenza di un vincolo permette all'autore di esprimere al meglio la propria creatività e io mi trovo d'accordo con lui. Gli autori che hanno contribuito alla creazione di Occhi di Drago hanno dimostrato che è possibile dare vita a dei racconti ricchi di fantasia e di originalità anche quando si ha a disposizione un numero di caratteri limitato.
La raccolta ruota attorno ad una delle figure più affascinanti e caratteristiche del genere fantasy: il drago. Ogni autore ha affrontato il tema in modo differente, creando così delle storie con poche similitudini tra loro. Un pregio di Occhi di drago è proprio la varietà.
Passo ora a commentare brevemente ogni singolo racconto.
"I mostri giunti dal cielo" di Stefano Cariddi è il racconto che apre la raccolta. Usando uno stile evocativo e ricercato, l'autore narra il confronto impari tra il popolo di Baciato-dal-Sole, il protagonista, e delle terribili creature giunte dal cielo, portatrici di morte e distruzione. Il caotico scontro presente all'inizio del racconto è narrato in modo efficace ed è facile provare empatia per Baciato-dal-Sole e i suoi compaesani, costretti a confrontarsi con dei nemici di cui non sanno nulla. Nel corso del racconto, al lettore vengono fornite tutte le informazioni necessarie per comprendere appieno la vicenda e per apprezzarne l'emozionante conclusione.
È un racconto in grado di stupire, specialmente se non si riesce a cogliere alcuni indizi che l'autore ha inserito in modo intelligente sin dalla prima pagina. Sono anche presenti degli spunti di riflessione di non lieve spessore.
Il drago presente nel racconto
"Le rovine" di Federica Soprani è, a mio parere, uno dei più vicini all'immagine che molti hanno del tipico rettile sputafuoco. Vive in un territorio ostile e protegge delle rovine che, stando ad alcune voci, celano delle ricchezze inimmaginabili. Vere o false che siano, queste voci spingono occasionalmente alcuni uomini avidi ad affrontare un viaggio difficile nella speranza di arricchirsi. È proprio l'arrivo di quattro esseri umani a cavallo l'evento che apre il racconto e turba la tranquilla esistenza del drago. Il gruppetto è composto da tre uomini poco raccomandabili e da una ragazza che è stata suo malgrado coinvolta nel loro folle tentativo. Il drago, esattamente come il lettore, osserva e valuta il comportamento dei nuovi arrivati, arrivando a formulare un giudizio che diventa evidente nelle fasi finali della storia.
Pur basandosi su elementi classici del genere fantasy, il racconto, anche se un po' prevedibile nel suo sviluppo, non risulta banale o noioso. Personalmente ho apprezzato molto la descrizione accurata dell'ambientazione e la scelta di non dare un nome ai tre banditi, bensì di associarli ad alcune caratteristiche del loro aspetto fisico.
Del terzo racconto,
"Drago da taschino" di Ilaria Pasqua, ho adorato l'idea su cui si basa l'intera trama. In seguito ad un incantesimo, un drago viene trasformato in una statuetta di pietra ed esposto sullo scaffale di un negozio. In questa condizione l'unica azione che può compiere è pensare, formulando giudizi sugli esseri umani, sulle loro strane abitudini e sulla profonda differenza che c'è tra loro e i draghi. Un giorno, il piccolo soprammobile alato viene acquistato da una bambina di nome Eleonora, la quale lo porta a casa sua e gli da un nome: Bree. I commenti del drago alle abitudini della sua piccola proprietaria sono alquanto spassosi da leggere, merito anche del contrasto tra la natura orgogliosa di Bree e la sua attuale condizione.
Secondo me la scelta di affidare la narrazione della vicenda al protagonista è stata vincente e ha contribuito a rendere il racconto fresco e originale.
Ramut è
"La sognatrice" che da il nome al racconto di Lorenzo Franchi. Il drago femmina ha la capacità di vedere il futuro nei suoi sogni e può tramandare questa abilità ad una delle sue figlie. Questo potere attira l'attenzione di Elur, un potente drago blu che, dopo aver seminato morte e distruzione nel dominio di Ramut, propone alla Sognatrice di abbandonare la sua covata e di dare alla luce i suoi figli. Con un pretesto, Ramut riesce ad ottenere un giorno di tempo per riflettere sul da farsi.
L'assenza di personaggi umani nel racconto ha permesso all'autore di concentarsi esclusivamente sui draghi, mettendo in luce le loro caratteristiche peculiari, le loro differenti personalità e il modo in cui reagiscono alle minacce. Lo sviluppo della trama è ben fatto, con eventi che si susseguono in modo logico e coerente fino a giungere alla naturale conclusione della storia.
Nel racconto
"Il giudizio" di Cinzia Ferrara, si torna ad esaminare il rapporto conflittuale tra gli esseri umani e i draghi. Alle due specie, che per anni si sono combattute in una estenuante guerra, viene offerta l'inaspettata opportunità di porre una fine rapida alle ostilità, affidandosi al giudizio di entità superiori.
Durante il giudizio, il generale Gregor espone le ragioni per le quali gli esseri umani meritano di vincere la guerra e l'Anziano, a capo dei draghi, fa lo stesso. Al lettore viene quindi offerta la possibilità di ascoltare la versione di entrambe le razze e questo lo porta, quasi inconsapevolmente, a diventare lui stesso un giudice. Durante la lettura si è infatti portati ad usare le parole e le azioni di Gregor e dell'Anziano come misura per valutare chi è nel giusto e chi è nel torto. Il finale porta con sé un verdetto che, a mio avviso, non potrebbe essere più corretto.
"Occhi di Drago" di Mario Pacchiarotti, è il sesto racconto della raccolta e ha la peculiarità di narrare una vicenda divisa in parti ben distinte l'una dall'altra, la cui narrazione è affidata prevalentemente al punto di vista di Kluss, l'umano protagonista, e in misura minore a quello del drago, i cui occhi sono in grado di vedere l'essenza di ogni cosa. Kluss desidera uccidere un drago per ottenere una vendetta personale e, all'inizio del racconto, ottiene dei preziosi consigli sul combattimento che lo attende. Nelle altre parti del racconto diventa chiaro, anche grazie ad un flashback, per quale ragione Kluss vuole compiere una simile impresa e viene dato spazio al punto di vista del drago che dovrà affrontare. La conclusione della vicenda è, sotto certi aspetti, sorprendente e in grado di restare impressa nella memoria del lettore.
Ho apprezzato molto l'evoluzione di Kluss e sono rimasto colpito da alcune idee originali e azzeccate (preferisco restare sul vago, onde evitare fastidiosi spoiler).
In
"Il colore della guerra" di Ester Trasforini, i draghi cedono il posto ai Dracones, delle creature dall'aspetto simile agli esseri umani, ma del tutto privi di sentimenti e capaci di sputare fuoco. Il fulcro del racconto è, a mio avviso, il confronto tra Zolan, il protagonista, e una ragazza Dracones. Non si tratta di uno scontro fisico, bensì di un feroce scambio di opinioni sulle differenze che separano le due razze, durante il quale viene anche spiegata l'origine dei Dracones e la ragione per la quale combattono contro gli umani. Le varie spiegazioni mi sono piaciute: le ho trovate interessanti ed in grado di dare un certo spessore ai personaggi. A primo impatto i Dracones possono sembrare poco profondi, ma le informazioni che emergono durante il dialogo tra Zolan e la ragazza permettono al lettore di capire qual'è la reale complessità della razza legata ai draghi.
Sono del parere che la forza di questo racconto stia nei suoi personaggi e nel legame che instaurano.
Martina Scagnolari chiude la raccolta con il racconto
"La domanda di Frey". La storia è ambientata nel Regno Sospeso, una terra che si trova al di sopra delle nubi e che esiste per merito della magia dei Draghi, i quali hanno voluto concedere agli esseri umani un luogo in cui vivere dopo che il terribile Cataclisma si è abbatuto sul loro mondo. Frey è il più vecchio giocattolaio del Regno Sospeso e ricerca la perfezione nelle sue creazioni, ispirandosi alla torre dell'orologio della città in cui vive, simbolo di precisione assoluta. Un giorno Frey decide di scrivere una lettera da inviare al Palazzo Reale: si tratta della Domanda dell'ultimo soffio, un quesito al quale è obbligatorio rispondere. Questa azione porterà l'anziano a scoprire la verità sul mondo in cui vive.
Di questo racconto ho particolarmente apprezzato l'ambientazione suggestiva e la storia della sua creazione, la quale potrebbe essere tranquillamente alla base di un romanzo lungo. Interessante inoltre la scelta del protagonista, ben diverso dai classici guerrieri e avventurieri che popolano il genere fantasy e dunque in grado di offrire al lettore un punto di vista differente dal solito e, proprio per questo, molto interessante.
Concludo questa recensione complimentandomi con tutti gli autori per l'ottimo lavoro che hanno svolto. Come avete potuto leggere, i racconti, per una ragione o per l'altra, mi sono piaciuti tutti e in futuro spero di poter leggere altre vostre creazioni!
A tutti i potenziali lettori consiglio vivamente di acquistare questo ebook. Potete trovarlo su moltissimi store online in vari formati ad un prezzo alquanto vantaggioso. Spero che questa recensione possa esservi stata utile per avere un'idea più chiara sul contenuto della raccolta.