Verdecammino

La peste scarlatta - Jack London

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view post Posted on 6/9/2012, 16:23     +1   -1
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CITAZIONE
Nell'anno 2013, in un mondo dominato dal Consiglio dei Magnati dell'Industria, scoppia un'epidemia che in breve tempo cancella l'intera razza umana. Sessantanni dopo, nello scenario post-apocalittico di una California ripiombata nell'età della pietra, un vecchio, uno dei pochissimi superstiti (e a lungo persuaso di essere l'unico), di fronte a un pugno di ragazzi selvaggi - i nipoti degli altri scampati - riuniti intorno a un fuoco dopo la caccia quotidiana, racconta come la civiltà sia andata in fumo allorché l'umanità, con il pretesto del morbo inarrestabile, si è affrettata a riportarsi con perversa frenesia a stadi inimmaginabili di crudeltà e barbarie. "La peste scarlatta" è uno dei grandi testi visionari di Jack London, che qui ancora una volta anticipa temi che, un secolo dopo, diventeranno ossessivi.

In realtà è un racconto e neppure tanto lungo.
In realtà il protagonista, quasi ottantenne, racconta ai propri nipoti (discendenti suoi e dei pochi sopravvissuti) di come la razza umana è stata quasi spazzata via da una misteriosa epidemia.
In una cinquantina di pagine London non riesce a creare il pathos necessario ad impressionare il lettore e la continua discussione tra i ragazzini (figli di una umanità ripombata all'età della pietra in sole tre generazioni) e il vecchio, che parla con termini strani di un tempo che i ragazzini non riescono ad immaginare e che ritengono noioso e falso, diventa dopo un po' noiosa.
Non c'è finale degno di nota, si presume - per le previsioni del protagonista - che prima o poi la razza umana risorgerà dalle ceneri, per poi ripercorrere il ciclo distruttivo innescato dalla sovrappopolazione.
La visione del futuro (presente per noi, visto che i fatti collegati all'epidemia si svolgono nel 2013) è ancora legata al mondo di inizio '900, molto all'antica rispetto alle vere conquiste fatte nell'ultimo centinaio di anni, ma la descrizione dell'incapacità di affrontare la misteriosa epidemia è forse il dettaglio più reale di tutta la narrazione.

Un po' più lungo, o più articolato, e sarebbe stato decisamente più interessante.


3/5 (7/10)
 
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Feleset
view post Posted on 9/9/2012, 19:11     +1   -1




Prima o poi devo leggere qualcosa di questo autore. Lo dico sempre e non lo faccio mai (come migliaia di cose? :asd:).

Comunque questo lo leggerò dopo il 2013, ora mi metterebbe inquietudine. :lol2:
 
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view post Posted on 9/9/2012, 19:41     +1   -1
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Io lessi i soliti classici "di frontiera" (Zanna Bianca & co) ai tempi della scuola, ma non lo avevo mai considerato come scrittore di fantascienza.

E' datato, come buona parte dei suoi contemporanei, ma sono curiosa di leggere qualche altro titolo.
 
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view post Posted on 11/9/2012, 16:23     +1   -1
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Forestiero
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Non conosco niente del libro, ma ho sempre desiderato un nome e un cognome come quello dell'autore. :-.-:

Magari lo leggo. :-.-:
 
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Feleset
view post Posted on 11/9/2012, 22:09     +1   -1




Potrebbe anche essere uno pseudonimo a dire il vero. :asd:
 
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view post Posted on 13/9/2012, 16:21     +1   -1
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Il vero nome era "John Griffith Chaney London"... ha solo accorciato il tutto.
 
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Feleset
view post Posted on 16/9/2012, 20:25     +1   -1




Aggiunto su aNobii, comunque. :la:
 
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6 replies since 6/9/2012, 16:23   70 views
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