Ciao Rita!
Un bel racconto horror. Hai ben saputo applicare il meccanismo della suspance, giocando tutto il racconto sull'interrogativo collegato a quel rumore insistente. In alcuni punti mi sento di dire ottimo lavoro, in altri un po' meno, soprattutto sulla critica scena finale, su cui spendo qualche riga dopo.
Stile e ritmo sono stabili e sicuri, l'atmosfera è ben congegnata e l'ansia del rumore caratterizza efficacemente il protagonista. Di seguito, alcuni suggerimenti di editing in cui spero troverai qualcosa di utile. A rileggerci!
"E lo era, come il solito." refuso: al solito
"Il gocciolio continua, lento e ovattato per quanto sono alterati e disordinati i battiti del suo cuore." Quel "per quanto sono alterati" non mi convince, ti suggerisco di rivedere la frase.
"Esasperato, getta di lato il piumone ed esplora il pavimento con i piedi, alla ricerca delle pantofole. Un brivido gli percorre la spina dorsale, non per il freddo provocato dall'abbandono del letto. È qualcosa d’irrazionale: è paura." questa sequenza è quella che ho apprezzato di più.
"Il suono lacerante di una sirena d’allarme, proveniente dalla strada, lo fa sobbalzare. Si volta di scatto e sbatte violentemente la tempia nello spigolo di un pensile, lasciato aperto." Attenzione ad alcuni particolari che rendono forzata questa scena: 1) perché una sirena in strada dovrebbe farlo girare così violentemente? Se l'elemento caotico provenisse da quella stanza, invece, la scena apparirebbe più naturale (che so, una pila di piatti che cade; un angolo del plaid di Paolo che aveva preso fuoco mentre scaldava il caffé, un cortocircuito della TV...) 2) Paolo ha i tappi nelle orecchie, il suono della sirena dovrebbe giungergli comunque ovattato, alleviando lo spavento; 3) Quale che sia l'elemento che causerà la morte del protagonista (la sirena), esso non solo non è visibile sulla scena, ma non ne hai mai parlato prima e non ci fornisci spiegazioni su di esso. Questo è verosimile nella vita di tutti i giorni, ma fa sì che il lettore lo percepisca come "elemento estraneo" a ciò che ha letto finora; non parlo di randomness quindi (la casualità in sé non ha nulla che non vada), ma di arbitrarietà percepita. Una buona norma che indicano i manuali di stile è che, se qualcosa a un certo punto della storia sarà importante, fai in modo di averne già parlato prima. Lo stesso discorso si applica con l'anta della credenza; se l'ha lasciata aperta, è meglio dirlo prima che lui ci sbatta contro.