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Il terzo giorno - Dario De Pasquale

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dario1989
view post Posted on 27/3/2013, 12:48     +1   -1




IL TERZO GIORNO


Documento rinvenuto all’interno della dimora della vittima, signor Antonio Reino, San Giorgio, Trentino Alto Adige, Via Giorgio La Pira, n 32

Ho paura!
Non so chi sia o cosa sia. So che esiste.
È un qualcosa che alberga in questo luogo da prima che io mi stabilissi qui. O forse no, forse è apparso dopo gli incubi o ancor prima, non lo so.
Ho bisogno di rendere reale a voi quanto mi sta accadendo e lo faccio scrivendo. È il terzo giorno e non posso più attendere.
Oh Dio!
Non ho mai creduto a storie simile, li ho sempre credute figlie di sbornie e droghe, le ho etichettate come leggende, fandonie, baggianate. Che sia questa la punizione per il mio scetticismo?
Non voglio dormire. Lui è sempre accanto al letto quando dormo, è su di me. No, non da sempre in realtà. Devo sforzarmi ad essere preciso nel mio racconto altrimenti mi crederete pazzo ma cercate di capirmi. Ho paura, sono terrorizzato!
Prima, all’inizio, quando l’ho sentito la prima volta, era sulla soglia d’ingresso, al piano di sotto. Passavano i giorni e lentamente si avvicinava. Era sulle scale, sul corridoio, dietro la porta della mia camera. Non ho mai avuto il coraggio di andargli incontro, chi l’avrebbe? La sua sola presenza farebbe impazzire l’uomo più coraggioso. Avanzava ogni tre giorni e io non riuscivo a scappare da questo luogo maledetto, una forza inesorabile mi ha trattenuto e tutt’ora mi trattiene qui, obbligandomi ad attenderlo.
Tre giorni sulla soglia, tre giorni sulle scale, tre giorni nel corridoio, tre giorni dietro la porta della camera, tre giorni accanto al letto, due giorni su di me.
Oggi è il terzo giorno.
Dio cos’hai creato? Io non posso sopportarlo, aiutami, caccialo!
C’è una forza che mi spinge verso il letto, a fatica riesco a scrivere su questo pezzo di carta. Sono rassegnato in questo mio terrore, non ho la forza di ribellarmi a questa potenza.
Addio!
So che sto per morire e quasi accolgo la morte con gioia poiché mi libererà dal terrore che ora provo. Nonostante tutto mi sorprendo della mia capacità di mantenere quella lucidità indispensabile per scrivere. Ecco una sfumatura dell’assurdità della mente umana.
Saluto mia madre sperando che non soffra per ciò che saprà, saluto i miei fratelli sperando che riescano a confortarla.
È qui!
Lo sento, sta arrivando, ha oltrepassato la soglia, ha appena salito le scale e mentre percorre il corridoio depongo il foglio sul mio petto.
Addio!


Stralcio del rapporto dell’Isp. Gustavo La Monica

[…]L’autopsia non è stata in grado di rivelare le cause del decesso. Il cadavere è apparso privo di segni visibili che possano indicare ferite mortali né, all’interno del corpo, vi sono tracce di sostanze letali. All’interno della dimora non vi sono segni di lotta né elementi che possano far pensare al suicidio.
[…] Le finestre e le porte dell’appartamento erano totalmente sigillate nel momento in cui siamo giunti sul luogo, probabilmente la stessa vittima ha provveduto ad isolarsi.

Caso archiviato
 
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Sanguy
view post Posted on 27/3/2013, 13:41     +1   -1




Bello ... da brividi. Manca un guizzo finale e qualche strafalcione di italiano nel rapporto finale come nella realtà :D !
 
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dario1989
view post Posted on 28/3/2013, 15:41     +1   -1




Ciao, grazie per il giudizio. Potresti indicarmi gli strafalcioni di italiano?? Quantomeno imparo dagli errori :)
 
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CallistosBerverdard
view post Posted on 28/3/2013, 16:43     +1   -1




Io non riesco a capire questa frase:
"C’è una forza che mi spinge verso il letto"
non ne capisco il contesto, perdonami.

Per il resto "brivididabidi" :D a Manuela piace questo elemento :)
 
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dario1989
view post Posted on 29/3/2013, 17:01     +1   -1




grazie per i complimenti :) cmq con «c è una forza ecc» intendo un potere sovrannaturale che scaturisce dall entita che lo sta ossessionando.se non ci fosse questa il protagonista abbandonerebbe semplicemente la propria dimora.ma è anche una forza che scaturisce dalla depressione e dall orrore che lo stanno attanagliando.questo è un sintomo naturale
 
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CallistosBerverdard
view post Posted on 29/3/2013, 17:11     +1   -1




Abbiamo un filosofo tra noi *.*
Bello, mi piace sempre di più, io non c'ero arrivata xD
 
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Ramingo75
view post Posted on 2/4/2013, 11:22     +1   -1




Anche a me è piaciuto! Ci sono diversi errori: "non ho mai creduto a storie simile", "li ho sempre credute figlie", "sforzarmi ad essere preciso" (si dice sforzarsi di...) e alcune espressioni secondo me poco felici: "E' un qualcosa", meglio "E' qualcosa", "nel momento in cui siamo giunti...", meglio "al momento", "rendere reale a voi" (brutto, meglio "confidare, raccontare, confessare...)
Riguardo la trama invece non ho capito una cosa: prima dici che da due giorni è su di lui e questo è il terzo, poi invece alla fine la"Cosa" arriva dalle scale... ma non era già su di lui?
 
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dario1989
view post Posted on 2/4/2013, 13:42     +1   -1




Ciao ramingo, grazie per aver evidenziato gli errori :) preciso che il primo è un refuso che non ho evidenziato, il secondo è un errore di distrazione che mi hai fatto notare, il terzo è un errore senza scusante :)
Per quanto riguarda l "avanzamento", l'entità non arriva in un determinato punto della casa in maniera istantanea ma ripercorre il tragitto fatto nelle giornate precedenti. Nei due giorni in cui si è trovato su di lui l'ombra ha ripercorso il tragitto precedente, quindi soglia, scale, corridoio ecc
 
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Ramingo75
view post Posted on 2/4/2013, 15:38     +1   -1




Ho capito, adesso è chiaro :-) Mi viene un'altra considerazione, ora che lo rileggo: il tono mi sembra un po' troppo forbito per una persona in preda ai suoi "mostri" (interiori e non ). Più che una critica è uno spunto di riflessione...
 
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dario1989
view post Posted on 3/4/2013, 19:36     +1   -1




Personalmente non lo trovo particolarmente forbito come linguaggio ma so di non poter essere obiettivo con un mia operetta. Ho cercato comunque di dimostrare la sensazione di angoscia e terrore del protagonista, soprattutto nella parte iniziale del racconto quando la prosa è alquanto confusionaria. Poi, man mano che lui scrive, il testo diventa più chiaro ma le frasi brevi, in un certo senso secche, su tutto il racconto evidenziano questa sensazione in maniera perenna. Almeno questo era il mio intento.
 
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Ab1sso
view post Posted on 4/4/2013, 14:25     +1   -1




Il racconto ha un vago sapore lovecraftiano, il che sarebbe per me un elemento positivo, dato che amo lo scrittore di Providence. D'altro canto però, la tua storia manca secondo me degli elementi che rendono le sue magiche e coinvolgenti (nonostante il suo stile non eccelso).
È tutto troppo "buttato lì", non si capisce né intuisce minimamente il motivo per cui questo essere tormenti il protagonista, manca una parte in cui egli se la passa bene da poter porre a contrasto con la sua nuova situazione.
Inoltre lo stile non mi fa impazzire: come ho detto per creare storie eccellenti di questo tipo, non è richiesto di essere maestri di stile (Lovecraft docet), però il tuo lo trovo eccessivamente semplice e asciutto.

QUOTE
simile, li ho sempre credute

Qui ci sono due refusi, niente di grave comunque.

QUOTE
Tre giorni sulla soglia, tre giorni sulle scale, tre giorni nel corridoio, tre giorni dietro la porta della camera, tre giorni accanto al letto, due giorni su di me.

Questa parte mi confonde, specialmente in relazione con questa:
QUOTE
Lo sento, sta arrivando, ha oltrepassato la soglia, ha appena salito le scale e mentre percorre il corridoio depongo il foglio sul mio petto.
Addio!

Lui si sposta pian piano eppure nell'ultima parte sembra che sia rapido... e poi questa cosa dei tre giorni non mi convince. Capisco il simbolismo del numero tre, e forse l'angoscia della lentezza, però trovo che potesse essere resa meglio.

QUOTE
Lo sento, sta arrivando, ha oltrepassato la soglia, ha appena salito le scale e mentre percorre il corridoio depongo il foglio sul mio petto.
Addio!

Io eliminerei del tutto questa parte: non aggiunge nulla al pathos e per di più risulta poco credibile dato che si tratta di uno scritto. Chi mai farebbe la "telecronaca" secondo per secondo di un simile evento?

QUOTE
L’autopsia non è stata in grado di rivelare le cause del decesso.

Anche se non è errato di per sé, metterei "rilevare" anziché "rivelare". Oppure "accertare", "acclarare".
 
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dario1989
view post Posted on 5/4/2013, 19:06     +1   -1




Ciao, ho letto con attenzione la tua critica e prendo atto delle tue considerazioni alcune delle quali sono di natura soggettiva e quindi poco discutibili. In risposta ad alcuni tuoi commenti estrapolo una frase direttamente dal racconto: "Ho bisogno di rendere reale quanto sta accadendo e lo faccio scrivendo questo documento". Questa frase esprime tanto. Giustifica l'inesistenza di una descrizione della precedente vita da contrapporre all'orrore contemporaneo. Il protagonista ha la necessità di descrivere il terrore, SOLO il terrore che lo attanaglia, che potrebbe farlo impazzire, ha bisogno di farlo uscire fuori. Non riesce nemmeno a pensare alla felicità passata. Anche il fatto di avere 3000 battute per scrivere mi ha spinto a creare un personaggio che non pensasse alla felicità.
La critica riguardo la telecronaca del momento la ritengo accettabile ma non universalmente giusta. La stessa frase di prima giustifica la mia scelta. Per rendere reale il proprio terrore deve scriverlo fino alla fine o quasi, infatti è assente la descrizione di quando l'entità è dietro la porta e si avvicina al letto.la scrittura diventa un arma con la quale difendersi dalla paura
Sarebbe stato più appropriato mettere rilevare piuttosto che rivelare.
Queste precisazioni purtroppo non ho potuto inserirle per mancanza di spazio ma ritengo anche che la psicologia di un personaggio non debba essere interamente rivelata nel racconto. Queste vostre considerazioni però mi spingo a descrivere meglio in futuro.
 
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11 replies since 27/3/2013, 12:48   91 views
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