| IL TERZO GIORNO
Documento rinvenuto all’interno della dimora della vittima, signor Antonio Reino, San Giorgio, Trentino Alto Adige, Via Giorgio La Pira, n 32
Ho paura! Non so chi sia o cosa sia. So che esiste. È un qualcosa che alberga in questo luogo da prima che io mi stabilissi qui. O forse no, forse è apparso dopo gli incubi o ancor prima, non lo so. Ho bisogno di rendere reale a voi quanto mi sta accadendo e lo faccio scrivendo. È il terzo giorno e non posso più attendere. Oh Dio! Non ho mai creduto a storie simile, li ho sempre credute figlie di sbornie e droghe, le ho etichettate come leggende, fandonie, baggianate. Che sia questa la punizione per il mio scetticismo? Non voglio dormire. Lui è sempre accanto al letto quando dormo, è su di me. No, non da sempre in realtà. Devo sforzarmi ad essere preciso nel mio racconto altrimenti mi crederete pazzo ma cercate di capirmi. Ho paura, sono terrorizzato! Prima, all’inizio, quando l’ho sentito la prima volta, era sulla soglia d’ingresso, al piano di sotto. Passavano i giorni e lentamente si avvicinava. Era sulle scale, sul corridoio, dietro la porta della mia camera. Non ho mai avuto il coraggio di andargli incontro, chi l’avrebbe? La sua sola presenza farebbe impazzire l’uomo più coraggioso. Avanzava ogni tre giorni e io non riuscivo a scappare da questo luogo maledetto, una forza inesorabile mi ha trattenuto e tutt’ora mi trattiene qui, obbligandomi ad attenderlo. Tre giorni sulla soglia, tre giorni sulle scale, tre giorni nel corridoio, tre giorni dietro la porta della camera, tre giorni accanto al letto, due giorni su di me. Oggi è il terzo giorno. Dio cos’hai creato? Io non posso sopportarlo, aiutami, caccialo! C’è una forza che mi spinge verso il letto, a fatica riesco a scrivere su questo pezzo di carta. Sono rassegnato in questo mio terrore, non ho la forza di ribellarmi a questa potenza. Addio! So che sto per morire e quasi accolgo la morte con gioia poiché mi libererà dal terrore che ora provo. Nonostante tutto mi sorprendo della mia capacità di mantenere quella lucidità indispensabile per scrivere. Ecco una sfumatura dell’assurdità della mente umana. Saluto mia madre sperando che non soffra per ciò che saprà, saluto i miei fratelli sperando che riescano a confortarla. È qui! Lo sento, sta arrivando, ha oltrepassato la soglia, ha appena salito le scale e mentre percorre il corridoio depongo il foglio sul mio petto. Addio!
Stralcio del rapporto dell’Isp. Gustavo La Monica
[…]L’autopsia non è stata in grado di rivelare le cause del decesso. Il cadavere è apparso privo di segni visibili che possano indicare ferite mortali né, all’interno del corpo, vi sono tracce di sostanze letali. All’interno della dimora non vi sono segni di lotta né elementi che possano far pensare al suicidio. […] Le finestre e le porte dell’appartamento erano totalmente sigillate nel momento in cui siamo giunti sul luogo, probabilmente la stessa vittima ha provveduto ad isolarsi.
Caso archiviato
|