Verdecammino

Il salto nel vuoto - Manuela Micheli (versione 2)

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CallistosBerverdard
view post Posted on 4/3/2013, 14:13 by: CallistosBerverdard     +1   -1




Precipitava, veloce. Le pareti di roccia erano lontane e Meredith non ebbe nemmeno l'illusione di potersi aggrappare a qualcosa. Avvertiva una pressione sulla schiena, come se avesse tonnellate di materia massiccia che la spingevano sempre più verso il basso. Non vedeva il punto in cui quella caduta si sarebbe arrestata, sul fondo del baratro c'era solo nebbia bianca. Ripensò alla propria vita, a ogni singolo errore compiuto e a ogni singolo orrore vissuto. Non aveva nemmeno voglia di piangere e si sentiva inerme come una foglia e pesante come una montagna. Maledetto il druido che aveva alzato la sua arma contro di lei!
Negli occhi della donna ora c'era solo la figura di Ronald, fulgido come il sole e devastante come il tocco gelido della perdizione. Era stata colpa sua se la mezzelfa aveva ceduto a quanto di più oscuro c'era in lei, se aveva pensato di poter vivere la sua lunga vita da mezzosangue accanto a un demone del fuoco. L'aveva sedotta e trasportata in un mondo fatto di orrori.
Meredith aveva imparato presto perché c'era sempre stato dentro il suo cuore un angolo più scuro, chiuso a chiave. La fanciulla sapeva dell'esistenza di quel luogo e aveva messo Pazienza e Tolleranza, due amiche fidate, sulla sua soglia, affinché non uscisse mai quella parte di lei.
Quando il demone era apparso, anni prima, la fanciulla aveva desiderato ardentemente il corpo di quel giovane umano, ottenendolo. Presto però non le era bastato più. Lo bramava con prepotenza, come se la sua vita non avesse senso senza di lui. E così quando le aveva chiesto di seguirlo, Meredith non aveva riflettuto. Lentamente aveva lasciato che la porta di quell'angolo oscuro dentro di lei si aprisse, finché non fu del tutto spalancata.
Quando scoprì la vera natura dell'altro, che era sulla Terra solo per assoggettare nuove anime, in un primo momento lo odiò, di un odio talmente feroce da non far altro che aumentare l'avidità di lui. Eppure continuò a seguirlo, in villaggi in cui venne accusata di stregoneria, in luoghi dove insieme i due amanti avevano fatto strani rituali dopo i quali qualcuno moriva. Ronald la usava come catalizzatore, era in grado di utilizzare quel tenero corpo di donna come un richiamo per le forze oscure della natura. A lei non importava di nulla, nemmeno di quella congrega di druidi che le davano la caccia, considerandola il tempio d'accesso di Ronald al mondo.
Aveva provato una volta a fuggire e allontanarsi da tutto ciò che l'aveva annientata nella propria umanità ma ovunque fosse lui la trovava, e quando arrivava la punizione, in cuor suo Meredith gioiva e godeva di quel dolore inferto da chi l'aveva assoggettata.
Ora era morta, il druido aveva fatto bene il suo lavoro e Ronald era stato costretto ad andarsene per sempre. Lei non l'aveva sopportato, si era scaraventata contro il sacerdote ed era stata uccisa. Precipitava, disperata, sola, abbandonata al Volere Divino, non avrebbe saputo per quanto tempo né verso quale luogo.
 
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