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Alle porte dell'Apocalisse - Emanuele Carraro, Racconto

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Emanuele Riddle
view post Posted on 10/3/2013, 16:56 by: Emanuele Riddle     +1   -1




ALLE PORTE DELL’APOCALISSE


Resto in silenzio. Fisso la porta, sverniciata, piena di croste nere.
«Quanti buoni propositi ti eri fatto prima di mezzogiorno?»
Inizio a picchiettare le dita contro il legno. Attende una mia risposta, mentre il ticchettio delle unghie si trasforma in una melodia: una ninna-nanna che nell’ultimo periodo si era presa gioco della mia mente. Non mi aveva mai concesso nessuna tregua, nemmeno nel sonno.
«Mi ero proposto di trovare l’amore. Anche oggi.»
Non osavo guardarmi. Ero allo stesso tempo, per me, un Narciso e una Medusa... se mi fossi girato avrei potuto rovinare tutto.
«Dunque hai fallito. Però lascia che ti riformuli la domanda... dovremo capirci al volo noi due ma ora mi rendo conto che non è così. Ascolta la tua voce, la mia voce. Cosa avevi pensato di fare? Non soffermarti agli obiettivi che avevi stamattina, dimmi che cosa avevi progettato fin dagli anni scorsi.»
La porta è fiancheggiata da due pilastri. Sopra di essa, scorgo un simbolo che prima non avevo notato: un fiore che scaturisce dall’incrocio di quattro semicerchi, racchiuso in due circonferenze.
«Quel simbolo ti dice nulla?» domando. Magari l’avevo visto molto tempo fa, da ragazzo. Lui fa spallucce. Lo fisso da uno specchietto, esitante. Abbozza un sorriso – uno dei più falsi che abbia mai visto, con mio rammarico – e mi invita accanto a lui. Nutrivo amore e odio nei miei confronti: tutti e due i sentimenti prendevano parte contemporaneamente al flusso di emozioni di quell’istante. Ma presumo sia normale, quando si è innamorati di sé stessi.
«Tu mi ami.»
Prende la mia mano, appoggia il mento sopra la mia spalla. I nostri capelli e le guance si sfiorano. Per me sono carezze, per lui è solo percezione. Non è altro che un fantoccio.
«Vuoi sapere cosa mi ero ripromesso fare?»
«Cosa avevi promesso a me, vuoi dire?»
Continua a confondermi. Mi attira nella sua trappola. Sa che io lo amo, e sa che se mi giro e lo bacio sarà come suicidarsi.
«Ascolta...» Tento la via razionale – più che altro per vedere come reagisce – e mi sposto verso la porta. « Tu mi sei apparso perché sei l’unica persona che abbia mai amato. Dovevo aspettarmelo... quando si arriva a un certo punto tutto sa di meraviglia e stupore. Si resta senza fiato per nulla. Guarda questa porta. Cosa c’è dall’altra parte? L’inferno, no?»
«Sì. Presumo di sì.»
«... ma non è questo che mi rattrista. Da quando l’uomo ha scoperto di non essere solo nemmeno nella morte, un senso di speranza ha fatto rivivere l’umanità. Non ci sono mai più state guerre dopo questa notizia, sai? Io avrei preferito la più grande delle guerre anziché questo.»
Mi guarda, mentre la porta si spezza e va in brandelli, lasciando intravedere Dio con un’ascia in mano, sui gradini dell’Ade.
«Io sono stato l’unico a rimanere solo con me stesso.»
Non riesco a sostenere lo sguardo di Dio. Mi giro e inizio a baciarmi. Bacio le mie stesse labbra. Un suicidio alle porte dell’Apocalisse.

Edited by Emanuele C. - 5/12/2015, 11:50
 
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