Sanguy, probabilmente ho combinato una sciocchezza. In 3000 caratteri ho cercato di mettere troppa carne al fuoco, come quando hai una valigia troppo piccola per tutti i tuoi vestiti. Cerchi di farceli stare.
Non è la prima volta che mi succede e ne ero consapevole durante la stesura. Cadere in uno spiegone mi sembrava sbagliato, specialmente in un racconto di per sé breve e a tema fantastico. Mi sono sforzato, davvero, di far capire attraverso le frasi del protagonista il senso della storia.
In pratica lui è morto ed è rimasto alle soglie dell'inferno, prima del Giudizio Finale (vedi Dio con l'ascia in mano) con l'unica persona che avesse mai amato davvero in vita: sé stesso.
E' un frammento dei suoi pensieri negli ultimi attimi che lo separano dalla fine. Si conclude con il paradosso in cui lui bacia il suo clone - in mancanza di un termine migliore.
E' un tema che mi tormenta da un paio di giorni, e ho colto il concorso per esprimerlo attraverso un racconto.
Vediamo come andrà