| Fa caldo, dannatamente caldo, deve essere estate almeno credo, la gente passeggia facendo finta che sia tutto normale, che non sia successo niente, cerca di non pensarci. Non passa giorno che gli uomini in bianco promettano che sono vicini al trovare una soluzione, al farci tornare a casa e ci spingono a comportarci normalmente, a tenere aperte le scuole, a festeggiare il Natale… perché sì, in teoria dovremmo essere vicini al Natale, non so quanto di preciso ormai ho perso il conto dei giorni.L’Evento come lo chiamiamo ebbe luogo il 13 ottobre e ormai sono due mesi che siamo bloccati qui. L’Evento, io ero seduto su una panchina del Parco della Resistenza come un barbone quando avvenne, la sera prima avevo accompagnato mia moglie in stazione, se ne tornava dai sui genitori in meridione con mia figlia. Volevo solo starmene per conto mio, pensare a cosa fare della mia vita, senza un lavoro, senza una famiglia, quando improvvisamente il mondo si spense, letteralmente. Erano le undici del mattino e c’era il sole, i bambini giocavano sulle altalene e poi si spense tutto, il sole, i rumori. Tutto era buio e silenzioso, o erano i miei sensi che si erano interrotti? Non lo so, però mi sentivo senza peso, galleggiavo. Il tutto durò una quindicina di secondi poi il mondo ritornò com’era. Mi ritrovai sospeso in aria di circa dieci centimetri, segno che effettivamente era mancata anche la gravita, ricaddi pesantemente sulla panchina, ma non mi feci nulla. Andò peggio ad alcuni bambini che furono sbalzati dalle altalene, fortunatamente le mattonelle erano morbide e a parte qualche graffio se la cavarono. Poi arrivarono loro, gli uomini in bianco, erano bellissimi. Dissero di stare calmi che tutto ci sarebbe stato spiegato. E ce lo spiegarono, un esperimento finito male, non entrarono nei dettagli ma in pratica l’intera città di Asti fu inghiottita da una specie di vortice spazio temporale o cose simili e ora ci ritrovavamo in un'altra epoca. Non dissero altro, perché ogni informazione, ogni interazione tra noi e loro avrebbe potuto portare alla fine dell’universo e stronzate varie. Sapevamo solo che erano al lavoro per riportarci a casa.I confini della città erano chiusi, stretti da un enorme “muro” energetico alto decine di metri, alcuni uomini provarono a scavare per passarci sotto, fecero una buca profonda almeno quattro metri prima di stancarsi ma la barriera continuava anche in profondità. Settantamila persone prigioniere. Ero alla barriera vicino all’ospedale, degli uomini con degli escavatori scavavano sempre più in profondità senza successo. Seduto sul prato come tutti i giorni, lei arriva e si siede accanto a me, con la sua tuta bianca, i capelli d’oro e gli occhi azzurri, sono tutti così gli uomini in bianco, è bellissima. Le offro una sigaretta, le adora anche se non le sa fumare. Mi dispiace per quegli uomini che ancora si ostinano a uscire, non possono. Non l’hanno ancora capito… Asti è ormai l’unico universo che gli è rimasto…
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