Verdecammino

Quel giorno: noi, gli unici - DeadLine's Delayer

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messylouise_20
view post Posted on 23/2/2013, 14:24 by: messylouise_20     +1   -1




In lontananza sento scorrere dell'acqua, eppure sono cosciente di star dormendo. Mi accorgo però che il mio inconscio tenta di prendere forma e si proietta come corpo. Apro gli occhi. Non sono più nella mia stanza e l'ambiente circostante si è fatta poco luminosa e piuttosto fredda. Di nuovo quello scroscio. Mi volto nella direzione da cui proviene il rumore e fortunatamente per me vedo un'uscita e mi appresto a raggiungerla. Giunta alla fine, capisco che mi trovavo in una caverna. Dinanzi a me si estendeva un bellissimo lago contornato da conifere che non avevo notato poiché ero stata abbagliata da troppa luce. Rimango affascinata dalla brillantezza che emanava, splendeva quanto solo un diamante poteva fare. Un posto del genere nella realtà non esiste e se fosse è ancora inesplorato. Nonostante fossi ancora presa dalla bellezza di quel panorama, una voce appena sussurrata attira la mia attenzione. Mi giro di scatto ma non c'è nessuno. <<sarà stato il vento>> ipotizzo. “Dev'essere che l'atmosfera di questo luogo lo rende uno scenario irreale, quasi magico” presumo. Proseguo fino ad arrivare alla sponda ed è addirittura più spettacolare visto da vicino. Soltanto ora vedo che sono a piedi nudi, che indosso un grazioso vestito color pesca e i capelli legati in una lunga chioma intrecciata. Nella fretta di andar via dalla grotta non avevo realizzato di correre scalza e nemmeno di percepire il suolo roccioso ma dopotutto questo è un sogno. E' strano. Non mi è mai capitato di fare sogni di questo tipo, insomma, tutto di me si è trasportato qui ed anche se effettivamente sono solo una proiezione resta il fatto che so di essere addormentata e che agisco di mia volontà e non da chissà quale forza. Un luccichio cattura il mio sguardo e al centro del lago scorgo una roccia. Guardo intorno alla ricerca di un mezzo e trovo una barchetta. <<caspita! E' un po' malandata>> constato. <<più importante, spero regga>> prego. Comincio a spingerlo con non poca fatica e dopo pochi centimetri noto che non c'era il remo. <<non dovrebbe trovarsi lontano>> deduco trovando nulla. <<vorrà dire che mi procurerò un bastone>> dico rassegnata. Mi dirigo verso il bosco e trovo qualche ramo sparso qua e là però nessuno di questi fa al caso mio. <<hmm...>> ragiono. Incomincio a cumulare ramoscelli e li lego con della liana che ero riuscita a recuperare. Mi assicuro che il mucchio sia ben stretto e mi accingo a salpare. <<non l'avrei mai detto, sta veramente funzionando! Mi sto muovendo!>> dico sbalordita. Nei pressi della roccia era incastonata un medaglione a forma di Yin. C'era inciso “29.02.12”. Leggo un nome, il mio. Lo afferro e la osservo meglio. <<perché?>> mi domando. “Quel giorno, cosa stava a significare?” rifletto. Poi un flash. Sussurro a malapena un nome. <<guglielmo>> <<buon anniversario>> un tono dolce. Lui. Lo stringo forte. Il suo calore. <<per favore, resta>> supplico. <<sai che non è possibile>> replica. Sì, il nostro è quell'amore che fiorisce ogni quattro anni.
 
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