“Per quanto ci amiamo, non potremo mai incontrarci. Perché nella prossima vita io nascerò scultura e tu uomo.”
“E se morissi? Potrebbero fare una mia statua e allora staremmo insieme, l’una a fianco dell’altro.”
“Impossibile, perché tu diventerai fiore.”
***
Fa male.L’uomo provò a respirare, ma una fitta all’altezza delle costole lo fece gemere dal dolore.
Strinse la mano sulla pezza di stoffa che stava coprendo la ferita, dalla quale tuttavia continuava a uscire sangue.
Non so quanto ancora potrò durare.Raccolse le poche forze che ormai gli rimanevano e si tirò su, appoggiando la schiena alla statua di Elie, la dama che secoli or sono sacrificò la sua vita per la salvezza del paese.
Sospirò, alzando gli occhi al cielo grigio.
Nevicava.
«Insomma, alla fine eccoci qua.»
Sfiorò le gambe della statua con la mano libera. Se fosse stata una gonna vera, avrebbe portato alle labbra quella stoffa delicata, baciandola.
«Dopo tanto tempo, finalmente potrò venire da te Elie.»
Una fitta lo costrinse a piegarsi e a tossire, sputando sangue sul terreno coperto di bianco.
Quando la crisi finì, si riappoggiò, chiudendo gli occhi.
«Elie, perché sei così crudele? Anche ora che sto morendo, non mi dici nulla.»
Nonostante le mie attenzioni, i miei sospiri, mi hai sempre risposto con quello sguardo di pietra.«Che donna senza cuore.»
Chiuse gli occhi, rilassando i muscoli.
E poi la mano che fino a un attimo prima era premuta contro la ferita scivolò, abbandonandosi sulla neve.
E tutto fu buio e silenzio.
***
Quando all’alba il negoziante vide quel corpo privo di vita poggiato alla statua diede subito l’allarme.
Passarono i minuti e quando la guardia cittadina arrivò sul luogo il sole era già alto in cielo.
Si avviarono verso il centro della piazza, dove era stato rinvenuto il cadavere, ma l’unica cosa che trovarono fu una pozza di sangue nei pressi della statua e, ai piedi di essa, un fiore dai petali neri.
Lo sguardo degli uomini cadde sui contorni delicati della dama protettrice e sobbalzarono quando videro che da quegli occhi di pietra cadevano copiose lacrime.
***
La prima cosa che vide non appena aprì gli occhi fu il volto di lei imbronciato.
Sorrise, allungando il braccio fino a quando il palmo della mano non incontrò quel viso tondo.
Quanto gli era mancata.
Elie chiuse gli occhi e si rilassò sotto quel tocco che tanto aveva desiderato.
Ti avevo detto che per farmi felice dovevi vivere e invece...«Invece ho contrastato il fato, che per secoli ti ha fatta soffrire.»
Fare quello che dettava il destino non è esattamente “contrastarlo”. «Si, ma ora sono qui. E possiamo amarci. Questo è quello che ti avevo promesso.»
Vide la ragazza sorridere, per poi buttarsi tra le sue braccia.
Finalmente.