Verdecammino

Smeraldo - La Spora

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La Spora
view post Posted on 2/3/2013, 15:37     +1   -1




Smeraldo aprì gli occhi, per la terza volta nella sua vita.
Per la terza volta vide la luce penetrare nella sua dimora, anche se non sapeva cosa fosse. La vedeva, iniziava a comprenderne la differenza con il suo opposto, il buio. Non sapeva nemmeno che qualcuno, in un luogo ancora lontano, lo avesse chiamato Smeraldo. Conosceva solo tre cose, e due di queste erano la luce e il buio, che dominavano il suo universo.
La luce era bellezza. Svelava la sua dimora, tutto diventava contorno, sfumatura, magia. Gli piaceva quel colore che lo circondava, l’oro, disseminato di sottili strisce rosse, che si ramificavano lungo la volta che racchiudeva l’universo. Una di queste era molto più grande delle altre, ed era l’unica che si insinuasse dentro di lui, in corrispondenza della pancia.
Il buio era libertà. Dove tutto era nero, tutto poteva essere. Smeraldo poteva immaginare senza limiti, vedeva senza bisogno degli occhi. Il sapore del fluido che lo circondava era amplificato di dieci volte, la superficie morbida su cui era raggomitolato non lo soffocava, anzi. Si estendeva a dismisura, senza confini. Il buio poteva rendere reali i suoi sogni.
Smeraldo sognava spesso, anche se non capiva ciò che vedeva. Nel sonno, c’erano cose che non esistevano nell’universo. Non sapeva darvi nome, ma quello che vedeva erano montagne coperte di neve, fiumi ghiacciati, alberi rigogliosi, scoiattoli, cinghiali, lupi, alci, tutte le creature che vivevano nella foresta al di sotto delle montagne. Nel sogno vedeva del fumo che gli usciva dalle narici, fuoco che gli divampava dalle fauci, gigantesche ali che gli si allungavano dal dorso e, una volta gettato nel vuoto, gli permettevano di volare sulla terra, osservando e giudicando tutto quello che vedeva sotto di sé, come un dio del cielo.
Smeraldo, lo avrebbe chiamato sua madre.
Drago, lo avrebbero chiamato tutti gli altri.
La terza cosa che Smeraldo conosceva, per istinto e per esperienza pratica, era il calore.
Quello all’interno della sua dimora, negli ultimi tempi, era aumentato molto. Una forza ignota, incontrollabile, lo spingeva a muoversi, lo rendeva irrequieto. I muscoli del suo corpo si contraevano, le ali membranose fremevano, il rostro urtava con insistenza la volta dell’universo.
Finché, spinto da una furia inspiegabile e ancestrale, la colpì con più violenza che mai.
La volta dell’universo crollò. Una luce, come mai non ne aveva conosciute, eruppe con una potenza inarrestabile, invadendo il mondo. L’aria gelida, del tutto sconosciuta, lo investì e raggelò i suoi sensi, in un’estasi mai provata prima. Gli occhi videro, per la prima volta davvero.
Ciò che videro fu uno sguardo rosso, fiammeggiante, occhi così simili ai suoi, con grandi fessure nere talmente profonde da sembrare varchi verso nuovi, inesplorati universi. Tutto il resto era di un verde brillante, spruzzato qua e là di bianca neve fresca.
Il primo suono che raggiunse le sue orecchie, sussurrato, rivelava il suo nome. Anche se non poteva ancora saperlo.
 
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Bryluen
view post Posted on 2/3/2013, 18:23     +1   -1




Questo racconto mi ha colpita molto perché, pensando a cosa scrivere per questo contest, avevo pensato a un drago, in maniera un po' diversa però mi ha colpita questa similitudine.
Hai descritto il drago in un modo inedito, siamo abituati a pensare subito a una creatura grandiosa, possente, a volte crudele. Il tuo protagonista a un che di indifeso, c'è molta aspettativa, molta tensione per le scoperte future. Come gli sembrerà il mondo, quale sarà il suo carattere, come sarà la sua vita?

Mi sono piaciute davvero moltissimo alcune frasi, ad inizio racconto. "La luce era la bellezza" e ancora di più "Il buio era libertà. Dove tutto era nero, tutto poteva essere." Davvero meravigliose
 
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CallistosBerverdard
view post Posted on 2/3/2013, 19:35     +1   -1




Bella la descrizione del drago e di ciò che vive subito dopo la sua nascita ma non capisco bene come sia possibile che dici che conosce solo tre cose (luce, ombra, calore) però poi sogna alberi montagne etc... che non esistono... non lo so non mi convince proprio, sarà poetico ma non ha senso secondo me.
 
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La Spora
view post Posted on 2/3/2013, 20:01     +1   -1




CITAZIONE (CallistosBerverdard @ 2/3/2013, 19:35) 
Bella la descrizione del drago e di ciò che vive subito dopo la sua nascita ma non capisco bene come sia possibile che dici che conosce solo tre cose (luce, ombra, calore) però poi sogna alberi montagne etc... che non esistono... non lo so non mi convince proprio, sarà poetico ma non ha senso secondo me.

Posso darti due spiegazioni, per aiutarti a dare un senso alla cosa.
La prima è scientifica: noi non conserviamo memoria della nostra vita in fase intrauterina (o nell'uovo, in questo caso), eppure il nostro cervello ha già un'intensa attività prima della nascita. Sogniamo, anche se ancora non siamo venuti al mondo. C'è un'ipotesi suggestiva, da me condivisa, secondo cui la memoria si trasmetta geneticamente, e nella fattispecie vengano trasmessi i ricordi legati all'istinto animale. Per questo un cane può sognare di correre anche se non l'hai mai fatto. E un drago di volare.
La seconda è di tipo fantastico, ed è quella che adopero tra le righe per spiegare i sogni di Smeraldo: i draghi si trasmettono non solo la memoria legata all'istinto, ma i ricordi di interi stralci della loro vita. In questo caso, Smeraldo sogna paesaggi che non ha mai visto, ma che sua madre o suo padre devono aver visto. E' un aspetto interessante di un bel libro fantasy italiano, L'ultimo elfo, che ti suggerisco di leggere. Penso sia uno dei migliori prodotti nostrani di letteratura fantastica, oltre che una fonte di ispirazione per Smeraldo.
 
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CallistosBerverdard
view post Posted on 2/3/2013, 20:04     +1   -1




Allora, per quanto riguarda la seconda spiegazione tanto di cappello :) leggerò il libro se lo trovo, grazie. Però non capisco allora il perché hai specificato che sono posti che non esistono.
Dici che la cosa la spieghi tra le righe ma comunque un lettore ad esempio come me non la capisce per nulla, è un pò un limite non trovi?

Se anche prendessimo per buona la prima teoria (quella sull'istinto animale) non tutti la conoscono quindi perché citarla senza parlarne? (e qui torni al mio punto precedente, non viene compresa)

:)
 
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La Spora
view post Posted on 2/3/2013, 20:13     +1   -1




CITAZIONE (CallistosBerverdard @ 2/3/2013, 20:04) 
Però non capisco allora il perché hai specificato che sono posti che non esistono.

C'è una piccola incomprensione :)

Nel testo dico che 'non esistevano nell'universo', ma nel mio brano il significato di 'universo' è l'interno dell'uovo, perché è lì dentro che esiste tutto quello che conosce Smeraldo. Ripeto più volte che si tratta del 'suo' universo, la 'sua' dimora. Per Smeraldo non esistono montagne, fiumi, eccetera perché non sono dentro l'uovo, non li ha mai visti, non sa cosa siano! La 'volta dell'universo', che Smeraldo rompe, è il guscio dell'uovo, l'universo da me descritto non è altro che l'interno dell'uovo. Nel brano uso un narratore esterno onnisciente perché indispensabile per descrivere cose che Smeraldo non potrebbe descrivere.
 
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veronica84
view post Posted on 3/3/2013, 13:47     +1   -1




Questo racconto mi è piaciuto molto. 7
Mi piace il modo in cui descrivi il drago e le sue sensazioni (ma io sono forse un po' "di parte", dato che adoro i draghi!!).
Secondo me però dovresti trovare il modo di accennare a quello che ci hai spiegato, ovvero che lui immagina le cose che i suoi genitori hanno visto prima di lui.
Perché così come l'hai scritto effettivamente risulta un po' poco chiaro, anche se l'idea è bellissima.
Una cosa, se posso permettermi, occhio alle ripetizioni. Ce ne sono un po', anche se non tantissime. Penso che se le sistemi, tutto il racconto ci guadagnerà!
 
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La Spora
view post Posted on 7/3/2013, 15:04     +1   -1




Bryulen e Veronica84, scusate se mi faccio sentire in ritardo :) sono contento che il brano vi sia piaciuto. Terrò in considerazione tutte le osservazioni per la seconda versione.
 
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Ab1sso
view post Posted on 5/4/2013, 15:22     +1   -1




È caruccio come racconto. Solo alla fine ho capito che l'universo di Smeraldo era un guscio d'uovo, anziché, come pensavo, una caverna in cui era intrappolato. All'inizio, a dire il vero, mi ero figurato una sorta di divinità nel vuoto primordiale, una sorta di racconto cosmogonico. La comprensione aumenta con un buon ritmo col procedere della narrazione, il che è una buona cosa.

Riesci a creare immagini abbastanza efficaci a livello espressivo e scrivi abbastanza bene, però concordo con CallistosBerverdad: lascia alquanto perplessa la frase "conosceva solo tre cose", dato che viene immediatamente smentita. Anche a non considerare come "conoscere" cose di cui si sogna, senz'altro dovrà pur udire, percepire calore, il suo flusso sanguigno, e mille altri stimoli.
Per quanto riguarda le tue spiegazioni, non mi convincono minimamente: per quanto affascinante, la prima non è suffragata da alcuna prova. Semmai è palese quanto ogni invenzione della mente sia riconducibile a mix di cose già esistenti. Si rielaborano insomma le esperienze già vissute in forme solo parzialmente nuove. Si ipotizza l'esistenza di archetipi e di memoria collettiva, però sono appunto solo ipotesi.
La seconda è interessante, ma è qualcosa di cui il lettore non può essere a conoscenza, né che può intuire dal testo.
Resta insomma una pecca significativa in un racconto altrimenti piacevole.
 
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8 replies since 2/3/2013, 15:37   112 views
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