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In 3000 caratteri non è che si possa sviluppare chissà che trama: quello che si può fare, secondo me, è raccontare una "scena" di una storia più ampia, suggerita da ciò che viene scritto, ma mai del tutto svelata.
Avrei potuto dirti di più sull'incidente occorso a Iris e descrivere nei dettagli il suo sacrificio.
Ma ai fini della storia non erano elementi poi così importanti: sono cose già dette mille volte in mille storie.
Che importa se ha salvato la sorella da una macchina in corsa o da un proiettile vagante?
Quello che importa è il gesto che ha compiuto che la condotta in quella stanza: la stanza dove si deve compiere il suo destino.
Si possono anche raccontare storie compiute in 3000 caratteri, ma non è questo il punto. La trama della tua storia si può riassumere in:
"bimba muore salvando la sorella e decide di diventare un angelo". Per questo dicevo che era ridotta all'osso e poco originale.
Quelle di cui parli tu sono "infiorettamenti", non aggiunte alla trama e concordo che siano anch'essi poco importanti.
Per me per come l'hai presentato anche il personaggio della donna è poco importante, a dire il vero
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La funzione delle ali è spiegata all'interno del racconto.
Sì, ma è una funzione non propria delle ali, a dire il vero. Non so, è come se creassi un personaggio con un occhio extra, e quest'occhio serve per correggere il caffè. Mettigli in mano una bottiglia di stravecchio, allora!
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Per quanto riguarda le scarpe, svolgono la loro mansione: fanno sollevare le sopracciglia a chi legge e creano un contrasto con la bizzarria del personaggio.
E' una creatura aliena e fuori dal comune, ma non indossa strane vesti.
Chiarito che la descrizione non è funzionale al personaggio ma solo per dare un effetto visivo, non insisto, però ti faccio notare che un elemento assume un significato rispetto a un altro in base al contesto. Una camicia bianca su un impiegato non è nulla di che, su un mostro tentacolato mucillaginoso invece è a dir poco bizzarra.
Per cui le Converse sulla tizia sono bizzarre, non creano un contrasto, ma confermano l'accozzaglia di elementi strambi di cui è composta.
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L'elemento dell'Ankh, ti assicuro, non è "buttato lì per caso", ho voluto fare riferimento a un simbolo particolare, ma conosciuto, della vita.
Ho capito, ma se ce lo metti uno si chiede perché. O almeno lo fa qualcuno. Fra parentesi mi è stata fatta notare una cosa simile nel mio racconto, su un elemento di cui parlo ma che non approfondisco (anche se la sua funzione nel racconto la svolge eccome).
Da ultimo, devo spezzare una lancia a favore di Errol: anch'io pensavo che la bimba fosse molto piccola e ti faccio notare alcuni elementi:
1. "bambina": non è che non si possa chiamare bambina una di 11-12 anni, però "ragazzina" sarebbe stato più appropriato.
2. "piccina": è il modo in cui la chiama la guardiana, ed è ancora più fuori luogo che "bambina". Capisco che per un ipotetico guardiano millenario siano tutti piccini, però quello è proprio un termine che richiama fanciulli in tenerissima età.
3. "sorella": questo è un trucco che potevi usare. Se avessi messo "sorellina", avresti fatto sembrare più grande la protagonista. Ma ovviamente cambiavi degli elementi in modo forse non desiderabile.
Ciò detto, devo anche spezzare una lancia a tuo favore: per me che la bimba abbia 8 o 12 anni, cambia poco. Concordo che i bambini siano in grado di prendere decisioni anche di rilievo, spesso con più "maturità" degli adulti.
Specialmente se sono decisioni come quella, che non richiedono raziocinio e ragionamento, ma cuore, istintualità.
Per cui non mi sembra sia un punto debole della tua storia.
Se però per qualche motivo per te era importante che la protagonista fosse individuata come dodicenne, allora stai più attenta in futuro.
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Ti ringrazio in ogni caso.
Figurati, ringrazio te per l'interessante discussione e per la lettura.