Innanzitutto mi scuso per la risposta tardiva: su tutti gli altri topic mi arrivava una notifica in automatico al mio indirizzo email, per cui pensavo non avesse ancora risposto nessuno. Oggi invece sono andato nella sotto-sezione Fantasia3000 direttamente per vedere se c'erano novità, e ho visto i vostri commenti.
Innanzitutto grazie per le critiche. Apprezzo il gesto in sé e per sé, anche quello di chi non avrebbe commentato se non lo avessi fatto io per primo.
Non ho commentato tutti i racconti sperando di ricevere più commenti al mio, ma se sono stato uno sprone è comunque una cosa positiva.
Detto questo, rispondo a tutti:
@BDavideMi fa piacere che tu abbia apprezzato il colpo di scena.
1) Tu parli di storia umana, ma qui siamo nel fantasy. Se avessi cercato di descrivere un mondo realistico, il tuo appunto sarebbe stato calzante, ma in questo contesto mi sembra un po' fuori luogo. Peraltro alcune delle tue ipotesi potrebbero essersi verificate: chi ti ha detto che non c'è mai stato un tentativo di trattare la pace? Chi ti ha detto che non ci sono città, mogli e figli? Razzie?
Non mi voglio difendere dietro alla scusa dei 3000 caratteri. Avrei potuto accennare queste cose in pochi caratteri, se avessi ritenuto importante farlo. Il mio intento era invece di descrivere una visione estremizzata della guerra, nel tentativo di metterne in risalto l'assurdità: ambiente ristretto, guerra continuativa, nessuna ragione per combattere.
2) Anche qui non comprendo la tua applicazione di eventi reali a una storia di fantasia. Senza contare che ciò che è accaduto in passato non vieta che qualcos'altro possa accadere il futuro. Non è impossibile che nello scontro fra due eserciti di simile forza si possa arrivare a una situazione di quel genere, e ciò che non è impossibile, per quanto improbabile, può verificarsi.
Last, but not least, quella non è la battaglia decisiva!
3) Questa mi sembra una critica più sensata. Penso che quell'aspetto sia uno dei punti deboli della mia storia. L'ho modificato un paio di volte (prima venivano fatte sparire tutte le armature, ma era ancora più irrealistico), ma evidentemente resta un neo della trama.
Per quanto riguarda l'ostacolo dell'indottrinamento però, non lo vedo come un problema: qui sì possiamo pensare a decine di eventi storici in cui c'è stata una ribellione contro un regime anche di anni e anni. Per evitare fraintendimenti: quando si vuole dimostrare che una cosa è possibile è legittimo citare un esempio, mentre non bastano mille esempi per dimostrare che una cosa è impossibile.
@Sanguy1) Esiste un "Abisso Eterno"™
Sul serio, esistono mille modi per disfarsi dei cadaveri, senza ricorrere neanche a quel comodo metodo. Pire e fosse comuni in primis.
2) Ci si può uccidere anche a mani nude. L'intento non è di impedire la guerra forzosamente, ma di educare, far riflettere i due popoli in modo che capiscano da soli che è sbagliato combattersi. Che quelli che ritengono mostri da debellare sono in realtà loro simili. Questo è il motivo per il furto degli elmi.
Sul modo in cui si forma il gruppo di ribelli, non pensavo risultasse così assurdo. L'esempio più calzante sono i gruppi di disertori negli eserciti.
Poi volendo ci sono gli ammutinamenti, i piani di fuga nelle carceri, i gruppi di dissidenti nei regimi.
3) Anche stavolta, il terzo punto è a mio avviso il più calzante. Concordo in modo quasi totale. Eppure gran parte delle critiche tue e di BDavide in realtà hanno poco senso proprio perché siamo in ambiente fantasy, mentre sarebbero state più appropriate in ambito realistico / pseudo-storico.
Il fantasy serve anche a giustificare eventi non propriamente realistici.
Ma ripeto: strettamente parlando, gli elementi fantasy della mia storia sono effettivamente pochi, e viso il tema del concorso questo è certamente una falla.
@VerdeMissiChe il tuo commento sia personale va benissimo, anzi! Non so bene cosa rispondere, vista la tua sinteticità, però mi fa piacere che il finale ti abbia fatto riflettere.
@ti-sMi spiace molto che la mia storia (e il finale in particolare) non ti abbia fatto riflettere e non ti abbia comunicato niente. È di certo un fallimento da parte mia, perché era l'intento principale che mi ero posto.
Ti confesso che più che all'intrattenimento ho puntato proprio alla questione morale, da cui è partita l'idea stessa alla base del racconto.
Non serve a niente, perché è il racconto stesso che dovrebbe esprimerlo senza bisogno di appendici, ma proverò comunque a spiegarti brevemente il messaggio che volevo inserire:
Spesso i conflitti sorgono senza un vero motivo, e cosa peggiore, procedono a prescindere da qualunque motivazione, anche ragionevole, che poteva esistere. Non c'è cosa peggiore di agire senza riflettere, solo perché ci è stato insegnato e perché gli altri hanno fatto così prima di noi. Un errore perpetrato per dei secoli e su cui si è costruita un'intera società, non per questo diventa un errore di minor conto, e tanto meno acquista il carattere di giustezza.
Il protagonista e i suoi alleati confidano che togliendo il velo dell'ipocrisia, simboleggiato dagli elmi, le persone aprano gli occhi e si rendano conto di quanto sia sciocco ciò che stanno facendo. E che esitino a uccidere un loro simile.
E qui si arriva al finale, dove metto in campo il mio personale punto di vista: che si fa del male agli altri per farlo a noi stessi. Picchiare, uccidere, sono modi per sfogare la frustrazione verso noi stessi, la nostra insoddisfazione di come siamo. E acquistano forza proprio perché diretti contro un nostro simile anziché, per esempio, contro una macchina.
L'apoteosi paradossale di questo è che una volta che gli aldoriani e i gorgan si accorgono di essere uguali, la loro rabbia distruttiva acquista ancora maggior forza.
L'altro triste messaggio, ovviamente, è che l'indottrinamento è duro a morire.
Grazie dei complimenti sul mio modo di scrivere. Per quanto riguarda la tetraggine, a dispetto del mio nickname scrivo anche cose allegre (anche demenziali a dire il vero). Nelle comitive sono generalmente il tipo che sa tirar fuori le risate, facendo persino il buffone, se serve. Ma non è una maschera, perché entrambi gli aspetti convivono in me in modo pacifico.
La tua opinione comunque conta tanto quanto quella di chiunque altro, perciò me ne curo eccome. Grazie anche della fiducia sul mio futuro, ma dubito che farò strada in questo campo. Nel panorama letterario moderno sono mediocre (basta vedere questo piccolo concorso, dove non mi collocherei probabilmente neanche nella top ten), mentre ci sono altri campi dove forse posso dare di più.
Prima o poi arriverà il momento in cui non mi potrò più permettere di dedicare tempo ad attività minori e senza prospettive, ma fino ad allora scriverò ogni storia con piacere e dedizione.
@Claudio LeiGrazie della tua premessa elaborata. Noto con disappunto che anche con te non sono riuscito a far passare il messaggio che volevo. Tuttavia la tua lettura è interessante e legittima. Se ti va di leggere l'ultima parte della mia risposta a ti-s, troverai qual era il messaggio che volevo far passare.
Per quanto riguarda la scarsità delle descrizioni e l'astrattezza sono dovute a molteplici motivi: la necessità di usare lo spazio per raccontare gli eventi, rendere sufficientemente generica la storia per poterla rendere sovrapponibile a eventi della vita reale. Però convengo pienamente che da un punto di vista narrativo renda la lettura meno piacevole.
Anziani: questa parola l'ho usata per sintetizzare un periodo più lungo in modo da fare economia di caratteri. Ti dico perché preferisco questo termine a "Tiranni". Tiranno ha una connotazione evidentemente negativa, dunque ha al contempo un potere deresponsabilizzante nei confronti della gente. Io invece non voglio far passare il messaggio che la responsabilità stia soprattutto nei vertici.
Motivazioni ideologiche: il tuo appunto mi fa riflettere. Credo di aver capito cosa dici, ma francamente non mi sento in grado di rispondere. Potresti aver ragione, o forse abbiamo semplicemente un diverso grado di fiducia nella naturale tendenza degli umani a farsi domande e mettere in dubbio il precostituito.
Solo: sono d'accordo. Forse togliendolo del tutto si perderebbe poco e si manterrebbe il ritmo serrato. Il mio intento era di dire che "l'unico risultato ottenuto è che[...]" ma in effetti non è così importante sottolinearlo esplicitamente.
Grazie ancora a tutti quanti per il tempo dedicatomi e per gli spunti di discussione.