Verdecammino

Il nemico più terribile - Gabriele Nannetti

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Ab1sso
view post Posted on 28/3/2013, 22:31     +1   -1




Il nemico più terribile



Questa guerra dura ormai da troppo tempo.
Da anni camminiamo sui corpi degli amici e dei nemici, ci laviamo nel sangue, ci nutriamo di cadaveri, respiriamo un'aria che sa di bile e umori corporei.
“Per sopravvivere bisogna uccidere.” Questo insegnano i nostri padri. Nessuno, neanche gli Anziani, ricorda un istante trascorso senza udire il clangore dei metalli. Ci battiamo perché ci è stato insegnato. Ci battiamo perché non conosciamo altra via. Ci battiamo perché siamo dei codardi. Ci battiamo perché siamo diversi. Ma, più di ogni altra cosa, ci battiamo perché in fondo siamo uguali.
Credo sia per questo che i nostri (e i loro) generali impongono a tutti d'indossare pesanti elmi con la celata. L'ho capito tardi, ma i mostri che c'insegnano a odiare fin da bambini, sono tali solo nei nostri pregiudizi. Basta sopravvivere qualche giorno sul campo di battaglia per rendersi conto dell'amara realtà: i gorgan sono tali e quali a noi. C'è forse più distanza fra un puma e una lince, che tra un gorgan e un aldorian.
“Per sopravvivere bisogna uccidere.” Beh, io sono stanco di sopravvivere. Voglio vivere. Ma non sarà possibile finché seguiterà questo conflitto, e questo conflitto seguiterà finché non alzeremo le celate e affronteremo faccia a faccia coloro che stiamo trucidando.
Con un manipolo di aldorian e alcuni ribelli dell'esercito gorgan abbiamo ideato il piano che porrà fine alla guerra, strappando il velo dell'ipocrisia: sottrarre tutti gli elmi, ognuno nel proprio accampamento, per poi gettarli nell'Abisso Eterno, l'insormontabile baratro che circonda la valle. Stamani i generali avranno una bella sorpresa. Potrebbero rimandare l'attacco, ma non vorranno mostrarsi deboli di fronte al nemico. Nonostante tutto, ci sarà battaglia.

Schierati, ci scrutiamo dalle pendici della valle. Oggi chi lo desidera potrà deporre le armi, o dovrà prendersi la responsabilità di uccidere suo fratello guardandolo negli occhi.
Rimbombano gli olifanti: è il segnale. Gli eserciti si lanciano in carica, a capo scoperto. Io mi tengo nelle retrovie, come osservatore. Ma qualcosa va storto. Come l'acqua di due dighe infrante, gli eserciti si schiantano l'uno sull'altro. Nessuna esitazione, nessuna rivolta. Solo, le teste ora saltano più facilmente e il massacro è totale.
Vacillo. Mi cedono le ginocchia e mi accascio a terra, intontito da insulti e grida di guerra, che ora risuonano più forti, senza il filtro dei cimieri. Perché non si fermano? Perché non esitano? D'improvviso capisco, e nello stesso istante una lancia nemica mi impala al suolo, perforando un numero imprecisato di organi. Odore di terra, e il gusto di una bevanda calda nei polmoni: il mio stesso sangue. Gli ultimi istanti li spendo a maledire la mia ingenuità.
Senza maschere, i soldati non uccidono più esseri astratti, creature mitiche e bestiali, ma il mostro più orrendo con cui abbiano mai avuto a che fare. Un mostro verso cui provano un odio irrefrenabile, e sconfinato.

Loro stessi.

Gabriele Nannetti

 
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Errol
view post Posted on 3/4/2013, 17:15     +1   -1




sono davvero contento per il non-lieto fine ;)

...ma ora voglio anche un secondo racconto in cui mi si spieghi come hanno fatto a far scomparire gli elmi di due interi eserciti ( per di più apparentemente in una sola notte) senza farsi scoprire :P
 
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Ab1sso
view post Posted on 3/4/2013, 17:26     +1   -1




Disprezzi così tanto i lieto-fine (o le liete-fini)?

Per quanto riguarda la tua obiezione, dipende un po' dalla sforbiciata che ho dato a racconto ultimato per rientrare nei 3000 caratteri. Però anche prima la scena del furto non era descritta in dettaglio. L'idea che non sono riuscito a passare, tuttavia, è quella che gli eserciti in realtà sono composti di poche centinaia di uomini, sia perché la guerra dura da anni, sia perché il territorio è ristretto (solo una valle circondata dall'Abisso Eterno).
 
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Errol
view post Posted on 3/4/2013, 17:46     +1   -1




eheh...no, anche se tutti finiscono col vivere "felici e contenti" mi sta benissimo lo stesso: è che in questo particolare caso, per me, l'unico finale possibile era proprio quello e una scelta "buonista" avrebbe rovinato tutto ;)

e comunque se l'esercito è "ridotto" la cosa ha sicuramente più senso ^_^

 
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BDavide
view post Posted on 6/4/2013, 11:59     +1   -1




Hai commentato tutti i racconti, invito tutti a commentare il tuo! :P

Ti dirò, io i racconti li ho letti tutti, ma ho commentato molto poco (shame on me). Quando ho letto il tuo racconto sono rimasto molto colpito dalla "svolta" nella trama, quando accade l'esatto opposto di quanto il protagonista di attenda. L'idea è ottima, e ti faccio i miei complimenti.

Quello che mi aveva lasciato perplesso, e rileggendolo l'impressione non cambia, è che le premesse facciano un po' acqua. Sarà colpa dei 3000 caratteri, ma ci sono cose che mi sembrano inverosimili:
1) una guerra che dura continuativamente da decenni. Nella storia umana questo non è mai accaduto (es. anche cosiddetta guerra dei cent'anni le battaglie vere saranno state venti o trenta). Possibile che nessuno abbia mai tentato trattative di pace? E la cosa peggiora se pensiamo che siamo in una vallata, magari gigante, ma chiusa... Questi muoiono in continuazione, dov'è il ricambio? Una guerra non è pensabile senza città con mogli e figli, fabbriche/fucine per le armi ecc. Ok, tu parli di quand'era bambino, suppongo in villaggi più lontani dal campo di battaglia, ma possibile che in decenni non ci sia mai stata una sortita nella città altrui a distruggere le case, razziare le armi, ammazzare i bambini, stuprare le mogli e altre amenità di guerra?
2) gli eserciti diminuiscono di numero fino a una battaglia decisiva di poche centinaia contro poche centinaia. L'andazzo di una guerra è ben diverso: il finale è un climax, dove il vincitore è chiaro da molto tempo. Le guerre mondiali erano decise almeno un anno (se non due) prima della fine ufficiale.
3) il furto degli elmi è davvero complesso da realizzare. E forse l'indottrinamento sull'importanza di portare l'elmo potrebbe essere un blocco culturale più forte della paura di mostrarsi deboli.

Ripeto: l'idea è ottima, e la trama originale. Ma è sull'ambientazione che si attestano i miei dubbi: specialmente il punto 1) mi sembra insormontabile.

Comunque, complimenti e in bocca al lupo per il concorso! ^_^
 
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Sanguy
view post Posted on 8/4/2013, 12:58     +1   -1




Quoto BDavide e aggiungo:
1) i cadaveri non solo puzzano portano malattie non sei credibile. Sarebbero tutti morti per altri motivi prima dello scontro finale.
2) per fare la pace non è meglio fare rubare le spade più che gli elmi? dopo gli orrori della guerra chi può essere tanto ingenuo da pensare che vedere il nemico fermi le masse che obbediscono ad ordini senza volontà? Come può trovare seguaci come lui che la pensano allo stesso modo nell'altro schieramento? Assurdo concepirlo, si trovano alla sera al pub a parlare della guerra una volta finito il loro turno?
3) e questo è il peggiore. Questo è un concorso fantasy ma l'unica cosa che trovo di fantasy è l'abisso eterno e i nomi dei clan. Tolto questo è una battaglia che puoi ambientare ovunque nel medioevo.

Io avrei calcato di più sulla storia del personaggio provando a fare entrare chi legge nel suo punto di vista. Fare provare le emozioni che prova: l'angoscia del combattere una guerra che non vuole sopratutto dopo aver capito che gli altri sono come lui.
Poi i gusti sono gusti.
In bocca al lupo.
 
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VerdeMissi
view post Posted on 9/4/2013, 09:45     +1   -1




Ti dirò: non mi dispiace. Anche se nella prima parte la storia traspare attraverso i pensieri del protagonista. E finalmente si entra. Finale che ha voglia di lasciar pensare chi legge.
Ok, è personale lo so. :)
Ciao!
 
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ti-s
view post Posted on 11/4/2013, 09:59     +1   -1




lieto o non lieto, il fine deve far pensare. E secondo me il tuo finale è comunque debole, generalizzante. Il nemico sono loro stessi... "E via, uccidiamoci!"
Mi azzardo solo con te a lanciare una riflessione: perchè il lettore legge?
per evadere dalla realtà, per istruirsi, per edificarsi, per provare emozioni. A me personalmente piace leggere solo qualcosa che mi migliora, mi diverta, mi edifichi. Non servono grandi morali, ma trovo inutile leggere chi non ha niente da dire. E per questo io sono una fan del lieto fine, o anche amaro, ma tagliente, che dica qualcosa.
Ora, questi poveri eserciti che da decenni sono in lite e finiscono per trucidarsi, in un'ambientazione surreale da ken il guerriero, sinceramente nè mi edifica nè mi fa pensare. Un peccato, perchè tu sai scrivere davvero molto bene. Ti esorterei a utilizzare il tuo talento per qualcosa di meno tetro, ma so già che non mi ascolteresti, ab1sso, se no non ti chiameresti così.
Non ti preoccupare però, tu sei bravo e la mia opinione è sempre quella diversa dalla maggioranza: farai strada.
 
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Claudio Lei
view post Posted on 11/4/2013, 13:33     +1   -1




Lo stile è buono: riesce a delineare la tetra atmosfera dell'ineluttabile massacro con l'efficacia di una prosa scorrevole, ma nell'economia del racconto la parte narrata è eccessiva, se paragonata alla poche descrizioni, generando un'astrazione che, rispetto ai miei gusti personali, distacca un po' il lettore.
Se ho capito bene il messaggio la guerra ha sortito l'effetto di far odiare gli uni gli altri per ciò che sono diventati, non per la condizione di essere avversari, quindi l'unico epilogo possibile rimane l'assassinio reciproco. Quello che non mi convince, ma sempre per gusti personali, è l'ineluttabilità della morte, la sua incontrovertibile fatalità, non ho percepito nessuna motivazione, nessuno spunto di riflessione o tensione morale. Si ammazzano perché così dev'essere.
Io avrei cercato di coinvolgere maggiormente il lettore descrivendo la cruda e spietata realtà della battaglia, magari mostrando l'assuefazione degli uomini per la lotta e il sangue, tanto da renderli incapaci di concepire un altro stile di vita, in questo modo la guerra sarebbe stata più chiaramente identificata come generatrice di mostri. Mi rendo cnto che è molto facile dirlo a posteriori, specialmente in un racconto così breve, che pertanto impone parti narrate sicuramente più corte di quelle descritte.

Ci sono alcune frasi che non mi convincono:
CITAZIONE (Ab1sso @ 28/3/2013, 23:31) 
Questo insegnano i nostri padri. Nessuno, neanche gli Anziani,

Il riferimento agli Anziani è evocativo, rendendo il lettore partecipe di una realtà propria di un suo spessore, però avrei cercato un altro nome, la maiuscola in Anziani mi sembra sprecata, è un termine troppo generico e poco inquietante, così al volo avrei scritto Tiranni.

CITAZIONE (Ab1sso @ 28/3/2013, 23:31) 
Basta sopravvivere qualche giorno sul campo di battaglia per rendersi conto dell'amara realtà: i gorgan sono tali e quali a noi.

Questa frase, anche se comunicativa, mi sembra strida troppo con il contesto pluriennale della guerra, è vero che gli illuminati sono sempre molti meno degli stolti, ma il continuo decimarsi delle truppe dovrebbe creare una situazione insostenibile senza motivazioni ideologiche evidenti, invece sembrerebbero ipocrisie facilmente confutabili.

CITAZIONE (Ab1sso @ 28/3/2013, 23:31) 
Gli eserciti si lanciano in carica, a capo scoperto. Io mi tengo nelle retrovie, come osservatore. Ma qualcosa va storto. Come l'acqua di due dighe infrante, gli eserciti si schiantano l'uno sull'altro. Nessuna esitazione, nessuna rivolta. Solo, le teste ora saltano più facilmente e il massacro è totale.

I periodi precedenti sono corti, creano un ritmo serrato, quasi asfissiante: perfetto per il contesto frenetico della battaglia e l'approssimarsi del suo epilogo, l'unica pecca è quella virgola dopo "Solo". Con queste frasi taglienti e brusche inserire una pausa dopo la prima parola mi sembra che spezzi il ritmo, rende inutilmente difficoltosa la lettura.
 
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Ab1sso
view post Posted on 11/4/2013, 14:30     +1   -1




Innanzitutto mi scuso per la risposta tardiva: su tutti gli altri topic mi arrivava una notifica in automatico al mio indirizzo email, per cui pensavo non avesse ancora risposto nessuno. Oggi invece sono andato nella sotto-sezione Fantasia3000 direttamente per vedere se c'erano novità, e ho visto i vostri commenti.

Innanzitutto grazie per le critiche. Apprezzo il gesto in sé e per sé, anche quello di chi non avrebbe commentato se non lo avessi fatto io per primo.
Non ho commentato tutti i racconti sperando di ricevere più commenti al mio, ma se sono stato uno sprone è comunque una cosa positiva.

Detto questo, rispondo a tutti:

@BDavide


Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il colpo di scena.

1) Tu parli di storia umana, ma qui siamo nel fantasy. Se avessi cercato di descrivere un mondo realistico, il tuo appunto sarebbe stato calzante, ma in questo contesto mi sembra un po' fuori luogo. Peraltro alcune delle tue ipotesi potrebbero essersi verificate: chi ti ha detto che non c'è mai stato un tentativo di trattare la pace? Chi ti ha detto che non ci sono città, mogli e figli? Razzie?
Non mi voglio difendere dietro alla scusa dei 3000 caratteri. Avrei potuto accennare queste cose in pochi caratteri, se avessi ritenuto importante farlo. Il mio intento era invece di descrivere una visione estremizzata della guerra, nel tentativo di metterne in risalto l'assurdità: ambiente ristretto, guerra continuativa, nessuna ragione per combattere.

2) Anche qui non comprendo la tua applicazione di eventi reali a una storia di fantasia. Senza contare che ciò che è accaduto in passato non vieta che qualcos'altro possa accadere il futuro. Non è impossibile che nello scontro fra due eserciti di simile forza si possa arrivare a una situazione di quel genere, e ciò che non è impossibile, per quanto improbabile, può verificarsi.
Last, but not least, quella non è la battaglia decisiva!

3) Questa mi sembra una critica più sensata. Penso che quell'aspetto sia uno dei punti deboli della mia storia. L'ho modificato un paio di volte (prima venivano fatte sparire tutte le armature, ma era ancora più irrealistico), ma evidentemente resta un neo della trama.
Per quanto riguarda l'ostacolo dell'indottrinamento però, non lo vedo come un problema: qui sì possiamo pensare a decine di eventi storici in cui c'è stata una ribellione contro un regime anche di anni e anni. Per evitare fraintendimenti: quando si vuole dimostrare che una cosa è possibile è legittimo citare un esempio, mentre non bastano mille esempi per dimostrare che una cosa è impossibile.


@Sanguy

1) Esiste un "Abisso Eterno"™ :D
Sul serio, esistono mille modi per disfarsi dei cadaveri, senza ricorrere neanche a quel comodo metodo. Pire e fosse comuni in primis.

2) Ci si può uccidere anche a mani nude. L'intento non è di impedire la guerra forzosamente, ma di educare, far riflettere i due popoli in modo che capiscano da soli che è sbagliato combattersi. Che quelli che ritengono mostri da debellare sono in realtà loro simili. Questo è il motivo per il furto degli elmi.
Sul modo in cui si forma il gruppo di ribelli, non pensavo risultasse così assurdo. L'esempio più calzante sono i gruppi di disertori negli eserciti.
Poi volendo ci sono gli ammutinamenti, i piani di fuga nelle carceri, i gruppi di dissidenti nei regimi.

3) Anche stavolta, il terzo punto è a mio avviso il più calzante. Concordo in modo quasi totale. Eppure gran parte delle critiche tue e di BDavide in realtà hanno poco senso proprio perché siamo in ambiente fantasy, mentre sarebbero state più appropriate in ambito realistico / pseudo-storico.
Il fantasy serve anche a giustificare eventi non propriamente realistici.
Ma ripeto: strettamente parlando, gli elementi fantasy della mia storia sono effettivamente pochi, e viso il tema del concorso questo è certamente una falla.


@VerdeMissi


Che il tuo commento sia personale va benissimo, anzi! Non so bene cosa rispondere, vista la tua sinteticità, però mi fa piacere che il finale ti abbia fatto riflettere.



@ti-s


Mi spiace molto che la mia storia (e il finale in particolare) non ti abbia fatto riflettere e non ti abbia comunicato niente. È di certo un fallimento da parte mia, perché era l'intento principale che mi ero posto.
Ti confesso che più che all'intrattenimento ho puntato proprio alla questione morale, da cui è partita l'idea stessa alla base del racconto.
Non serve a niente, perché è il racconto stesso che dovrebbe esprimerlo senza bisogno di appendici, ma proverò comunque a spiegarti brevemente il messaggio che volevo inserire:

Spesso i conflitti sorgono senza un vero motivo, e cosa peggiore, procedono a prescindere da qualunque motivazione, anche ragionevole, che poteva esistere. Non c'è cosa peggiore di agire senza riflettere, solo perché ci è stato insegnato e perché gli altri hanno fatto così prima di noi. Un errore perpetrato per dei secoli e su cui si è costruita un'intera società, non per questo diventa un errore di minor conto, e tanto meno acquista il carattere di giustezza.
Il protagonista e i suoi alleati confidano che togliendo il velo dell'ipocrisia, simboleggiato dagli elmi, le persone aprano gli occhi e si rendano conto di quanto sia sciocco ciò che stanno facendo. E che esitino a uccidere un loro simile.
E qui si arriva al finale, dove metto in campo il mio personale punto di vista: che si fa del male agli altri per farlo a noi stessi. Picchiare, uccidere, sono modi per sfogare la frustrazione verso noi stessi, la nostra insoddisfazione di come siamo. E acquistano forza proprio perché diretti contro un nostro simile anziché, per esempio, contro una macchina.
L'apoteosi paradossale di questo è che una volta che gli aldoriani e i gorgan si accorgono di essere uguali, la loro rabbia distruttiva acquista ancora maggior forza.
L'altro triste messaggio, ovviamente, è che l'indottrinamento è duro a morire.

Grazie dei complimenti sul mio modo di scrivere. Per quanto riguarda la tetraggine, a dispetto del mio nickname scrivo anche cose allegre (anche demenziali a dire il vero). Nelle comitive sono generalmente il tipo che sa tirar fuori le risate, facendo persino il buffone, se serve. Ma non è una maschera, perché entrambi gli aspetti convivono in me in modo pacifico.

La tua opinione comunque conta tanto quanto quella di chiunque altro, perciò me ne curo eccome. Grazie anche della fiducia sul mio futuro, ma dubito che farò strada in questo campo. Nel panorama letterario moderno sono mediocre (basta vedere questo piccolo concorso, dove non mi collocherei probabilmente neanche nella top ten), mentre ci sono altri campi dove forse posso dare di più.
Prima o poi arriverà il momento in cui non mi potrò più permettere di dedicare tempo ad attività minori e senza prospettive, ma fino ad allora scriverò ogni storia con piacere e dedizione.

@Claudio Lei

Grazie della tua premessa elaborata. Noto con disappunto che anche con te non sono riuscito a far passare il messaggio che volevo. Tuttavia la tua lettura è interessante e legittima. Se ti va di leggere l'ultima parte della mia risposta a ti-s, troverai qual era il messaggio che volevo far passare.

Per quanto riguarda la scarsità delle descrizioni e l'astrattezza sono dovute a molteplici motivi: la necessità di usare lo spazio per raccontare gli eventi, rendere sufficientemente generica la storia per poterla rendere sovrapponibile a eventi della vita reale. Però convengo pienamente che da un punto di vista narrativo renda la lettura meno piacevole.

Anziani: questa parola l'ho usata per sintetizzare un periodo più lungo in modo da fare economia di caratteri. Ti dico perché preferisco questo termine a "Tiranni". Tiranno ha una connotazione evidentemente negativa, dunque ha al contempo un potere deresponsabilizzante nei confronti della gente. Io invece non voglio far passare il messaggio che la responsabilità stia soprattutto nei vertici.

Motivazioni ideologiche: il tuo appunto mi fa riflettere. Credo di aver capito cosa dici, ma francamente non mi sento in grado di rispondere. Potresti aver ragione, o forse abbiamo semplicemente un diverso grado di fiducia nella naturale tendenza degli umani a farsi domande e mettere in dubbio il precostituito.

Solo: sono d'accordo. Forse togliendolo del tutto si perderebbe poco e si manterrebbe il ritmo serrato. Il mio intento era di dire che "l'unico risultato ottenuto è che[...]" ma in effetti non è così importante sottolinearlo esplicitamente.


Grazie ancora a tutti quanti per il tempo dedicatomi e per gli spunti di discussione.
 
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Claudio Lei
view post Posted on 11/4/2013, 15:34     +1   -1




CITAZIONE (Ab1sso @ 11/4/2013, 15:30) 
Innanzitutto grazie per le critiche. Apprezzo il gesto in sé e per sé, anche quello di chi non
Anziani: questa parola l'ho usata per sintetizzare un periodo più lungo in modo da fare economia di caratteri. Ti dico perché preferisco questo termine a "Tiranni". Tiranno ha una connotazione evidentemente negativa, dunque ha al contempo un potere deresponsabilizzante nei confronti della gente. Io invece non voglio far passare il messaggio che la responsabilità stia soprattutto nei vertici.

Avevo immaginato che la scelta fosse dettata dalla brevità imposta dal bando. Credo che ambo le parole abbiano pregi e difetti circa le impressioni che trasmettono: siamo sicuri che nel preservare i Titani al potere i cittadini non siano corresponsabili? Noi viviamo in una società in cui non ci sono certo i migliori al governo, eppure molti continuano a votarli, quindi forse dovremmo concludere che abbiamo ciò che meritiamo.
 
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Signore dei Benelli
view post Posted on 11/4/2013, 19:01     +1   -1




Ciao Gabriele!
Fa sempre piacere incontrare gente con le idee chiare e pochi peli sulla lingua. Wow, che bella sfilza di commenti ti sei beccato! Quasi quasi me li leggo, seleziono i più sensati e vado a commentare i racconti associati per beccarmi commenti a mia volta... :D
Scherzo. Sono troppi da leggere, quindi probabilmente ripeterò cose già dette (ho commentato quasi tutti i primi, ma ora il tempo difetta). Però se trovo il tempo quasi quasi... ma veniamo a noi. Ti butto lì tutto come mi viene in mente.

Lo stile che hai impiegato nel tuo racconto è sicuramente la cosa più interessante. Zero descrizioni, zero immagini; la massima concessione la fai quando paragoni l'estetica dei due popoli, ma tutto ciò che concludi è che "una lince e un puma sono più diversi". Di fatto, non dici nulla sulla loro conformazione e lasci tutto nelle mani dell'autore. Niente male. Mi piace. Mi ha colpito che nella descrizione della battaglia tutto il focus sia sull'aspetto concettuale di ciò che sta accadendo, e che anzi tu ponga quasi più attenzione agli altri sensi che non alla vista nella scena della morte.
Immagino questa sia stata una scelta consapevole; sennò, considera che la mancanza di descrizioni sarà tanto più un problema quanto minore sarà l'immaginazione visiva del lettore. Io, che pure tendenzialmente non ho di questi problemi (e che tra l'altro sono stato ancora meno descrittivo nel racconto di Florian) ho un po' sofferto gli scarni riferimenti ambientali. Tutto quello che so dell'ambientazione è che c'è una valle e due eserciti che si ammazzano da tempo immemore, apparentemente con un abisso infinito tutt'attorno. Ok.
Il discorso è: vuoi tenere fuori la descrizione di inutili paesaggi perché hai poco spazio e ti interessa far passare altro? Allora ti suggerisco di non accennare a cose interessanti. Sorvolando sul fatto che l'ecosistema che emerge dal tuo racconto non mi ha per nulla convinto (i casi sono due: o le due popolazioni si estendono oltre la vallata, e allora non sei stato chiaro, oppure sono isolate lassù, e allora non è possibile che sostentino individui a sufficienza da far durare una guerra in eterno); molto più importante è che un abisso infinito che circonda un appezzamento di terra secondo me è MOLTO più interessante della guerra che imperversa da sempre sull'appezzamento. Vuoi tenere la mia attenzione sulla crudeltà della guerra e l'annichilimento di sé e degli altri? Togli l'abisso. Non ce n'è bisogno nell'economia della storia, è un elemento divergente per la mia attenzione e a te crea solo problemi di coerenza logica.
Ho apprezzato il senso psicologico sta dietro il tuo racconto: mi piacciono molto le storie di questo tipo, soprattutto quando sono nucleari come qui. Il rischio è che per calcare la mano con la drammaticità ti lasci scappare qualche grossa incongruenza di verosimiglianza.
Non c'è bisogno che faccia l'esempio, vero? Se basta rubare tutti gli elmi per portare al massacro totale, perché una delle due fazioni non l'ha fatto all'altra? Se è così facile, perché combattono ancora?
La mancanza di specificazioni è un peccato veniale (me ne hai giustamente sottolineati diversi, nel mio racconto; non li avevo mica visti). L'incoerenza è un peccato mortale.
Attenzione: non dico che la mancanza di coerenza di per sé faccia di una storia una storia illeggibile: la maggior parte delle storie di maggior successo commerciale bypassano bellamente ogni norma del buonsenso. Ma stai pur sicuro che il canone definitivo per valutare ogni storia sta tutto nel metterla in relazione al target che si prefigge. Nel caso del tuo racconto, hai un target più elevato e introspettivo del pubblico mainstream, più interessato a riflettere che a vedere. Vale a dire: un target che probabilmente si accorgerà delle incoerenze e non ne sarà per nulla contento.

Non mi viene in mente altro, spero di averti dato qualche spunto valido come tu ne hai dati a me. Grazie ancora, a ribeccarci!
 
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Sanguy
view post Posted on 12/4/2013, 13:00     +1   -1




CITAZIONE
Il fantasy serve anche a giustificare eventi non propriamente realistici.

:sick: :sick: :sick: :sick: :sick:
Nooo ti prego! Tutto ma non scrivere questo! Mi si accappona la pelle schiumo :sick: :sick: :sick: :sick: :sick: la bocca poi non so se mi riprendo. :sick: :sick: :sick: :sick: :sick:
 
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Ab1sso
view post Posted on 12/4/2013, 15:15     +1   -1




@Claudio Lei

Non so se hai letto male ciò che avevo scritto o se stai semplicemente confermando, comunque mi sembra che siamo d'accordo. Tra parentesi, credo per distrazione, hai scritto "Titani" anziché "Tiranni" e devo dirti che questo già mi piace di più come termine. Anche se evoca alla mente esseri troppo potenti, e quindi mantiene comunque quella funzione deresponsabilizzante che voglio evitare.


@SdB

"Non giudicare, se non vuoi essere giudicato". Ho scoperto da tempo che è una proprietà invertibile, e me ne compiaccio, perché io desidero sia giudicare che essere giudicato.

Concordo sulla tua "descrizione" del mio stile in questo racconto. Non scrivo sempre così, ma qui sono stato portato a farlo da due motivi:
1. Rendere la storia sufficientemente generica da poterla sovrapporre, tolti gli elementi più fantasiosi, a qualunque conflitto.
2. Non tralasciare elementi a mio avviso importanti. Per questo tipo di vicenda sapevo già che se avessi usato uno stile meno asciutto avrei sforato di brutto il limite di caratteri. L'ho comunque sforato di circa 8-900 e ho dovuto tagliare.

Sono d'accordissimo che il lettore, in una storia come questa, concorra moltissimo alla sua riuscita. Se legge in modo sterile e non si ferma a riflettere né a costruirsi un'immagine mentale, probabilmente il racconto ne esce peggiore di quanto non dovrebbe. È un rischio affidarsi al lettore, anche perché non si può pretendere che necessariamente colmi dei vuoti lasciati dallo scrittore. La responsabilità è sempre mia, dunque.

Ciò detto, capisco il tuo consiglio riguardo all'Abisso Eterno. Però mi era funzionale per vari motivi:
1. Dare al lettore una stima delle dimensioni del mondo.
2. Dare un senso di oppressione.
3. Giustificare la sparizione rapida degli elmi.

Quello che non capisco è ciò a cui ti riferisci come "incongruente".
Come hai visto rubare gli elmi non basta a fermare il massacro. Mi viene il dubbio che "massacro totale" sia stato preso in senso letterale. In realtà nelle mie intenzioni era un'iperbole per dire che lo spargimento di sangue è ancora maggiore che nelle altre battaglie. Non ho neanche pensato che potesse venire inteso in senso di "muoiono tutti, dal primo all'ultimo". Del resto, il narratore muore chiaramente prima della fine della battaglia (e questo stranamente non mi ha ancora fatto pervenire critiche sulle modalità con cui racconta la storia <- suggerimento per una critica): per cui non può certo assistere alla fine della battaglia, visto che è fra i primi a morire.
I ribelli comunque non sono certi dell'esito del loro piano e di fatto pensano che accada tutt'altro da ciò che poi succede.

Dici che ho un target più introspettivo? Non mi sono mai posto una simile questione, a dire il vero. Ora avrebbe poco senso aprire una discussione sul perché scrivo (non sono neanche del tutto sicuro di saperlo con certezza), però sintetizzando posso dirti che scrivo soprattutto per me stesso. Non è una giustificazione e peraltro a molti sembrerà un'aberrazione totale. È una forma di solipsismo, certamente. Come ho già accennato non credo di poter dare nulla di realmente valido alla Letteratura, perciò scrivo come stimolo a migliorarmi e come sfogo. Mi rendo conto che non ho mai realmente pensato al target a cui mi rivolgo, perciò questa parte del tuo commento mi stimola molte riflessioni.

Inoltre, aggiungendosi ad altri che fanno simili appunti mi fa concludere che la storia non è riuscita granché bene.


@Sanguy


Se vuoi essere più preciso, forse capisco cosa ti ha infastidito della mia frase.

Le imprese di Conan il barbaro sono realistiche forse? Gli eventi bellici del SdA (faccio riferimento al film) sono realistici?

E la cosa si può estendere anche alle altre declinazioni del fantastico, come fantascienza e horror. "Ritorno al futuro" è realistico? Zombie e vampiri?

Francamente, non vedo cosa ho detto di così mostruoso (a parte "zombi e vampiri").
 
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Signore dei Benelli
view post Posted on 15/4/2013, 11:45     +1   -1




CITAZIONE
Sono d'accordissimo che il lettore, in una storia come questa, concorra moltissimo alla sua riuscita. Se legge in modo sterile e non si ferma a riflettere né a costruirsi un'immagine mentale, probabilmente il racconto ne esce peggiore di quanto non dovrebbe. È un rischio affidarsi al lettore, anche perché non si può pretendere che necessariamente colmi dei vuoti lasciati dallo scrittore. La responsabilità è sempre mia, dunque.

Affidarsi al lettore non è un rischio: è IL rischio, soprattutto per chi non scrive commerciale. Visto quanto mi scrivi sul perché scrivi ci torniamo, su questo discorso.

CITAZIONE
Ciò detto, capisco il tuo consiglio riguardo all'Abisso Eterno. Però mi era funzionale per vari motivi:
1. Dare al lettore una stima delle dimensioni del mondo.
2. Dare un senso di oppressione.
3. Giustificare la sparizione rapida degli elmi.

1) (una domanda che ho imparato a pormi su ogni singolo aspetto citato in un racconto, quando sono brevi come questo:) Esiste un modo più semplice per ottenere lo stesso risultato?
2) Quella sensazione è già data dal conflitto tra i due popoli; immagino volessi calcare la mano su questo punto per rafforzare il vassoio del messaggio, ma occhio: è uno di quei casi in cui questo porta al Lato Oscuro!
3) Più ci rifletto più mi vengono in mente motivi che mi fanno sembrare assurda questa cosa... uno su tutti: risposta 1.

CITAZIONE
Quello che non capisco è ciò a cui ti riferisci come "incongruente".
Come hai visto rubare gli elmi non basta a fermare il massacro. Mi viene il dubbio che "massacro totale" sia stato preso in senso letterale. In realtà nelle mie intenzioni era un'iperbole per dire che lo spargimento di sangue è ancora maggiore che nelle altre battaglie. Non ho neanche pensato che potesse venire inteso in senso di "muoiono tutti, dal primo all'ultimo". Del resto, il narratore muore chiaramente prima della fine della battaglia (e questo stranamente non mi ha ancora fatto pervenire critiche sulle modalità con cui racconta la storia <- suggerimento per una critica): per cui non può certo assistere alla fine della battaglia, visto che è fra i primi a morire.
I ribelli comunque non sono certi dell'esito del loro piano e di fatto pensano che accada tutt'altro da ciò che poi succede.

Quando si fa critica narrativa, di solito uso "incoerenza" intendendo una "conseguenza illogica o non verosimile di una premessa implicita nella storia", e "incongruenza" quando l'infrazione è tra due elementi che compaiono nella narrazione stessa. Il secondo è un errore più idiota, il tuo è il primo caso.
Il comportamento assurdo viste le sue premesse è quanto sia facile rubare tutti gli elmi dei due eserciti. Se è così facile (e se questo comporta un tale massacro in battaglia), perché uno dei due eserciti non l'ha già sfruttato come tecnica, infiltrando dei sabotatori a far sparire l'equipaggiamento altrui?

Ah, sì, io "massacro totale" l'avevo preso in senso letterale. Anche a me capitano spesso di questi problemi. Occhio a trattenere le sfumature colloquiali dei vocaboli fuori dalla pagina! Che fosse tra i primi a morire mi era sfuggito, sorry.

CITAZIONE
Dici che ho un target più introspettivo? Non mi sono mai posto una simile questione, a dire il vero. Ora avrebbe poco senso aprire una discussione sul perché scrivo (non sono neanche del tutto sicuro di saperlo con certezza), però sintetizzando posso dirti che scrivo soprattutto per me stesso. Non è una giustificazione e peraltro a molti sembrerà un'aberrazione totale. È una forma di solipsismo, certamente. Come ho già accennato non credo di poter dare nulla di realmente valido alla Letteratura, perciò scrivo come stimolo a migliorarmi e come sfogo. Mi rendo conto che non ho mai realmente pensato al target a cui mi rivolgo, perciò questa parte del tuo commento mi stimola molte riflessioni.

Senza dubbio è per quello. Nessuna aberrazione, si tratta di scelte: semplicemente, la differenza tra un approccio dilettantesco e uno professionale alla scrittura è che il secondo si sforza di scrivere anche per gli altri, mentre il primo scrive soprattutto per sé stesso. Questo non ha nulla a che vedere con la qualità dello scritto (ci sono stati dei nobel della letteratura che scrivevano solo per se stessi), ma se tra i tuoi obiettivi c'è anche quello di far leggere ciò che scrivi a persone che non ti conoscono, ti consiglio di portare avanti queste riflessioni.
Di base, il tuo lettore-tipo sei sempre tu stesso; molto più difficile è cercare di parlare la lingua narrativa di altre persone: richiede di uscire da te stesso e di metterti nei panni degli altri. Ma se ci riesci poi è una figata! :D

CITAZIONE
Inoltre, aggiungendosi ad altri che fanno simili appunti mi fa concludere che la storia non è riuscita granché bene.

Guarda, io ci sono andato giù molto diretto perché ho visto che non sei uno con i grilli per la testa, quindi ti dico che sì: la storia è da risistemare. Però il contenuto spacca, quindi ne varrebbe la pena.
Bye bye!
 
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15 replies since 28/3/2013, 22:31   226 views
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