Verdecammino

Tutte siamo una,

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Manua
view post Posted on 6/5/2014, 09:20     +1   -1




Brevissimo racconto che forse meriterebbe di essere riscritto un po' meglio... ma non ho tempo, né voglia :D lo propongo così come l'ho pensato, qualche anno fa, sperando che non faccia troppa pietà :asd:


Rina, ricordi tutte le volte che abbiamo percorso questi questi lunghi corridoi, io e te? Ci piaceva vagare insieme, strette strette, e spettegolare sulle nostre compagne operaie. Come quando l'operaia Vera ha raccontato di aver visto un essere gigantesco, come quelli delle storie che sentivamo raccontare nelle nostre camerate, quando eravamo ancora larve. Rina, ricordi la grande alluvione? Le gocce d'acqua scivolavano tra le pareti trasportando via tutto quello che incontravano. Tutte le altre erano fuori a spostare massi di fronte ai corridoi, per impedire il diffondersi dell'acqua, ma noi novizie ce ne stavamo rannicchiate l'una contro le altre, impaurite e incapaci di aiutare, perchè ancora troppo deboli e lente. Rina, io ricordo.

Sono ritornata dov'è successo, per recuperare il tuo corpo e riportarlo alla colonia. L'immagine del fascio di luce aliena che ti avvolge nel suo calore è ancora viva nella mia mente. Mi vergogno di questo, ma ti ho osservata fino alla fine. So in che momento il calore ha cominciato a bruciare le tue antenne, so quando hai smesso di lamentarti. Alla fine, il tuo addome si è gonfiato e la tua pelle violentata dal calore intenso non ha retto. Ora sulla nuda terra, resta ben poco di te, tra le tue viscere. Raccolgo quel che mi è possibile.

Sono venuta a prenderti, Rina. Non posso permettere che ti trovino prima loro.

Arrivo alla colonia che è gia notte. La vecchia Maeb mi ha raccontato che, una volta, una sua compagna era riuscita a nascondere il cadavere di una formica con cui aveva combattuto all'interno di una nicchia di un corridoio poco frequentato. L'aveva uccisa, capisci? Non voleva essere punita e aveva cercato di nascondere il fatto. Maeb dice che nessuno ha ancora scoperto questo nascondiglio. Chissà come ha fatto a scoprirlo lei. Non importa. Io non ti ho uccisa, Rina, ma non voglio che ti trovino.

I corridoi sono deserti. Trasporto i tuoi resti senza fatica, Rina: è rimasto così poco di te.

Ed ecco, secondo le istruzioni di Maeb, la nicchia dovrebbe trovarsi proprio dietro quest'angolo. Faccio pochi passi e le vedo. Mi aspettavano. Le squadre di pulizia. Vengono verso di me con passo deciso, sincronizzate. Grido. Non potete portarmela via! Stringo le mandibole, non lascerò che ti prendano.

E invece ti prendono. Qualcuno mi colpisce su un fianco e, contemporaneamente, sento i tuoi resti scivolare dalla mia presa. Resto sul terreno a contorcermi per il dolore. Una formica della squadra di pulizia viene da me e mi fa alzare. - Avresti dovuto sapere che, nella colonia, tutte siamo una. Non facciamo trattamenti speciali, qui.

La guardo attraverso il velo di lacrime che mi offusca la vista. La consapevolezza di quello che è successo mi colpisce come uno schiaffo. Sapevano fin dal principio che avrei portato il corpo di Rina lì. Qualcuno glielo aveva detto. Maeb. - Tutte siamo una - confermo, trattenendo l'odio.

Volevo salutarti a modo mio, Rina. Ma le squadre di pulizia stanno già trascinando il tuo corpo fuori dalla colonia. Mi hanno tolto anche la consolazione di saperti qui, protetta nella tua casa. Tutte siamo una, Rina. Ma senza di te, io non posso restare un minuto di più.
 
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Giuseppe Novellino
view post Posted on 24/4/2015, 18:05     +1   -1




E' scritto bene, si legge con scorrevolezza e piacere. Interessante l'idea, ma io avrei impostato diversamente il racconto, facendo scoprire al lettore che si tratta di formiche solo alla fine. Un racconto un po' a "La sentinella" di Brown.
 
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1 replies since 6/5/2014, 09:20   67 views
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