Nel corso dei mesi (e degli anni) vari utenti di questo forum, in pubblico o in privato, mi hanno fatto capire di non sapere esattamente che cosa sia un
urban fantasy. Una non-conoscenza che, devo ammettere, mi capita di trovare ovunque anche fuori dal Verdecammino, associata spesso a qualche idea sbagliata sull'argomento o basata su luoghi comuni.
E in effetti c'è da dire che, mentre il fantasy "tradizionale" e la fantascienza in Italia hanno tutto sommato una loro nicchia di lettori, sembra che l'urban fantasy, ramo decisamente più recente della narrativa fantastica, non sia stato ancora identificato e
compreso dal pubblico italiano.
Che cosa si può fare per rimediare, dunque? Non so, io di sicuro non posso cambiare il mondo da sola; però nel mio piccolo, come founder di un forum dedicato al fantastico, immaginerete che mi senta un po' in dovere di rimediare a questa ignoranza, almeno in parte.
Premessa necessaria: io non sono una grande esperta di urban fantasy, per cui in questa discussione mi limiterò a fare un'introduzione molto generale, che potete naturalmente mettere in discussione. È un sottogenere che sto cercando di conoscere e di studiare, perché penso che sia sempre importante per un lettore cercare di non fossilizzarsi solo su un certo tipo di romanzi, ma provare ad affrontare nuove sfide. Morale della favola, sono sempre a caccia di urban fantasy interessanti, e all'ultimo Lucca Comics ho anche partecipato a un seminario dedicato (tenuto dall'autore di
questo libro, che non è esattamente l'ultimo arrivato
), per cui raccogliendo le varie idee ho deciso di aprire questo topic.
Che cos'è l'
urban fantasy?
Come dice il termine stesso, è prima di tutto un
fantasy: una storia dove, esattamente come nei romanzi di Tolkien o di qualunque autore più "tradizionale", uno o più protagonisti entrano in contatto diretto con un elemento magico/soprannaturale, non spiegabile scientificamente, che rappresenta il fulcro attorno a cui ruota la vicenda. Alla fine della storia, i personaggi non sono più gli stessi, ma hanno una crescita (in positivo o in negativo) influenzata dal modo in cui hanno interagito con la "magia".
La differenza fondamentale rispetto ai fantasy più famosi, dunque, non è nella struttura, ma nell'ambientazione. Negli
urban fantasy, infatti, la vicenda si svolge
nel nostro mondo, e l'elemento fantastico si fonda (o si scontra) con la nostra realtà.
Una volta chiarite queste caratteristiche, è importante comprendere che una storia urban fantasy può affrontare qualunque argomento da qualunque punto di vista: il protagonista può essere un demone che picchia la gente, un folletto dispettoso, uno studente che scopre di essere il predestinato, una ragazza a cui spuntano ali da angelo, ecc.
Attenzione: l'urban fantasy NON è il paranormal romance.E ora so già che tutti saranno confusi.
Purtroppo in Italia questi due generi vengono costantemente scambiati l'uno per l'altro, e gli editori sicuramente non contribuiscono a fare chiarezza sulla questione. Si tratta comunque di due cose diverse, dato che, lo chiarisco per chi non sa l'inglese, la parola
romance vuol dire
storia d'amore. Dire che l'urban fantasy è un paranormal romance, quindi, sarebbe come dire che il fantasy parla d'amore.
È vero?Se ci riflettiamo, si può ammettere che in effetti esistono fantasy molto incentrati su storie di tipo sentimentale, ma che non sono la maggioranza. Poi siamo d'accordo, spesso almeno una storia d'amore è presente, ma questo vale per i romanzi di tutti i generi letterari. Una rondine non fa primavera, come si suol dire.
Quando qualcuno mi chiede cosa potrebbe leggere per approcciarsi al genere, di solito consiglio
Nessun dove di Neil Gaiman, che tra l'altro è forse l'unico autore di urban fantasy che vende davvero in Italia. Non lo consiglio solo perché è un romanzo che mi è piaciuto moltissimo, ma perché ritengo che questa lettura possa aiutare meglio di altre a capire qual è lo
scopo di una storia urban fantasy, o meglio ancora
il tipo di approccio che ha nei confronti del fantastico.
E qui si apre una parentesi infinita.
Il motivo principale per cui gli italiani non leggono urban fantasy, a mio avviso, è che non hanno gli strumenti per capirlo. Non nel senso che non sanno dare un senso logico alle parole messe una dopo l'altra, ma perché lo valutano con gli stessi parametri con cui valutano i fantasy
tolkieniani. E questo è un errore.
L'urban fantasy è un
fantasy, d'accordo, ma quell'
urban, che all'inizio frega un po' tutti, è in realtà fondamentale per entrare in empatia con la storia.
Quando leggiamo un fantasy ambientato in un mondo immaginario, il nostro cervello evade dalla realtà e parte per un viaggio lontano: il bello dell'elemento fantastico, in questo caso, sta proprio in questo allontanamento dal mondo ordinario, in una storia che non potremo mai vivere.
Nell'urban fantasy le cose sono un po' diverse. L'urban fantasy nelle premesse ci tiene radicati al mondo che conosciamo, spesso con riferimenti precisi a città, monumenti, personaggi storici e altre cose che
potremmo aver vissuto sulla nostra pelle. E
accanto a tutto questo, introduce l'elemento fantastico. L'ordinario quindi si fonde (o si scontra) con lo straordinario, provocando nei nostri sensi meraviglia per una realtà alternativa che non potrà mai esistere.
Da questo ragionamento, si deduce un concetto in realtà semplice, ma per nulla chiaro a molti lettori italiani: l'urban fantasy nasce per coinvolgere
le persone che vivono nell'ambientazione scelta, o comunque quelle che la conoscono bene. Perché
Nessun dove è ambientato a Londra? Semplice: perché è stato scritto (inizialmente) per il pubblico inglese. Perché
American Gods è ambientato in America? Perché
I guardiani della notte è ambientato a Mosca? Perché
Sailor Moon è ambientato a Tokyo? (No, non ridete, anche se un po' ante-litteram, Sailor Moon ha tutte le caratteristiche degli urban fantasy.
)
La conclusione più logica che si trae da questo ragionamento è che gli italiani possono sì apprezzare gli urban fantasy importati, ma non per lo stesso motivo per cui li apprezzano i lettori locali. Gli italiani leggono gli urban fantasy ambientati in
città lontane, di solito in America, che al 99% non hanno mai visitato, e che quindi percepiscono in un modo non tanto diverso dalla Terra di Mezzo.
Dopo aver letto Gaiman e affini, dunque, l'unico modo per capire davvero l'urban fantasy a mio avviso è leggere qualcosa ambientato in Italia, scritto direttamente per il pubblico italiano. Purtroppo, come immagino saprete, essendo un genere di nicchia non è stato trattato benissimo dai nostri editori, ma qualche piccola perla si trova.
Sarebbe bello se un giorno anche noi potessimo andare davanti alla vera statua di un angelo e pensare: "Wow, è quello che in quel romanzo si anima e ammazza tutti!"
Questo è lo spirito dell'urban fantasy. Spero di essere riuscita a farvelo percepire.
A voi la parola!
Edited by Feleset - 9/1/2015, 15:37