| La strega nera
La sera di Halloween, streghine e maghetti bussavano ad ogni casa facendo la fatidica domanda, ridendo divertiti e impauriti. "Dolcetto o scherzetto?". Il paese risuonava dell'eco di tante voci spensierate. Aspettavano con ansia l'apparire di qualcuno sulla soglia di casa o sul balcone che gettasse loro una pioggia di caramelle e cioccolato. Poi, festanti, intascavano i dolciumi e correvano via. Mancava una casa sola, quella di Tobia. Il vecchio, che si era appisolato sulla poltrona, si svegliò di soprassalto e si affacciò alla finestra con la faccia rossa e insonnolita. "Dolcetto o scherzetto?", chiesero in coro i bimbi ridendo della buffa espressione disegnata sulla faccia di Tobia. "Scherzetto!", rispose gettando su di loro un sacco di farina, "Andate via, oppure...". "Oppure?", replicò in tono di sfida un ragazzino dai capelli rossi. "Vi metterò a bollire in grandi pentoloni e farò il brodo! Sì, un bel brodo di moccioso da scaldarsi le budella nelle fredde sere invernali!" "E se fossimo noi a catturare te?". "Voi? Oh, questa è bella! Poi prenderò i più teneri e ne farò cotechini! Gnam! Cotechini di bambini maialini!". "Sei un mostro!", urlarono tutti in coro. "Ehi, pel di carota! Taci? A te staccherei le lentiggini, una per una, e le metterei in pentola come fossero lenticchie". "Invece noi ti prenderemo, ti legheremo come un salame e ti appenderemo per il collo a quel grande albero laggiù". Il colloquio si faceva sempre più animato. Era tutto un botta e risposta. "Coi più grandicelli, grassocci e sostanziosi, farò un enorme spezzatino con sughetto!". "E dopo averti appeso a quell'albero ti vedremo con la lingua a penzoloni!". Tosto pel di carota. "Quelli di voi che son più pieni di farina, li friggerei nell'olio bollente, fino a farli diventare croccanti e poi ci butterei sopra un quintale di zucchero a velo! Delizioso dolce a mò di scherzetto fatto con qualche mocciosetto!". Il caso volle che passasse di lì la Strega Nera, quella che asseconda tutti i cattivi pensieri e le minacce, anche se fatte per finta, rendendole palpabile realtà. Ora davanti alla casa del vecchio c'era una tavola imbandita con un menu raccapricciante. Apriva il banchetto un ragazzino grassoccio, con una mela in bocca. E poi bimbi ovunque: fritti, bolliti, affettati. Sopra di loro svettava la macabra figura di Tobia che penzolava sinistra, dall'alto di un albero secolare. La Strega Nera diede un ultimo sguardo a quel capolavoro di infinita crudeltà, quindi volò via felice, in quel cielo fatto di inchiostro e pece.
Edited by Feleset - 29/3/2013, 13:05
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